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09.05.2017 - 19:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Una semplice bandiera o un voto sull'Europa? Entrambi. Ducry: "il Ticino è stato creato dall'Europa". Galeazzi: "non vogliamo un vessillo che serve due padroni"

La Lega attacca i partiti storici che hanno bocciato la mozione di Bignasca sulla bandiera da esporre il 5 maggio. "Non è colpa nostra se a Bruxelles non le differenziano", ha detto il democentrista, relatore di minoranza

BELLINZONA – Bandiera sì o bandiera no? La mozione di Boris Bignasca, respinta, era di per sé semplice:  non esporre più la bandiera europea il 5 maggio sugli edifici cantonali e comunali, per il “compleanno” del Consiglio d’Europa. Consiglio di cui la Svizzera fa parte da oltre 30 anni, poiché è la stessa dell’UE, di cui ovviamente la Svizzera non fa parte. Si è trasformata, quasi, in una discussione pro Europa, o almeno così l’anno interpretata in particolare i leghisti, che hanno puntato il dito contro chi ha votato (la maggioranza, dato che la mozione non è passata) per mantenere il vessillo.

Boris Bignasca, per esempio, ha postato su Facebook un lapidario “PLR-PPD-PS salvano la bandiera dell’UE”, Loenzo Quadri ha dal canto suo scritto: “Gli spalancatori di frontiere escono allo scoperto. E non ci si venga a raccontare la storiella che la bandiera blu stellata in realtà è quella del Consiglio d'Europa di cui si è poi appropriata la commissione europea, e avanti con l'autoerotismo cerebrale. Perché il messaggio che si trasmette ai cittadini esponendo sui municipi la bandiera con le stelline è chiaro: l'UE ci piace assai e siamo pronti a slinguazzarla”. Il mattinoline ha riportato uno per uno i deputati che hanno votato per mantenere la bandiera.

Che il voto comunque avesse una valenza che va al di là del semplice vessillo lo avevano detto in aula i due relatori, quello di maggioranza, a favore del no, il socialista Jacques Ducry e quello di minoranza, favorevole, il democentrista Tiziano Galeazzi.

“Dobbiamo discutere sulla nostra appartenenza a un Continente”, ha infatti dichiarato Ducry, mentre per Galeazzi “in gioco non c’è solo una bandiera ma un messaggio politico che va oltre l’orizzonte. Oggi vogliamo quindi chiamare all’adunata tutti i ribelli, i patrioti”.

Ducry nel suo discorso ha ripreso le origini ticinesi, spiegando che il nostro Cantone è stato di fatto crrato da Napoleone Bonaparte, “è stato creato dall’Europa. E d’altra parte la nostra bandiera ticinese ha i colori della bandiera parigina”. Il Consiglio d’Europa, per lui, rappresenta i diritti dell’uomo, e l’UE c’entra poco, se è vero che “è stata adottata dall’UE solo una decina di anni dopo. E in Svizzera e in Ticino la si espone solo il 5 maggio, proprio per festeggiare la ricorrenza del Consiglio”.

Per Galeazzi, invece, il rifiuto non va affatto ai valori espressi dal Consiglio d’Europa, in cui la Svizzera e il Ticino si riconoscono, bensì è “un rigetto ad esporre una bandiera che serve due padroni: un’arlecchinata. Questo vessillo è stato scippato al Consiglio d’Europa. La Svizzera e il Ticino non hanno colpa se a Bruxelles non hanno avuto il buon senso di differenziare le bandiere. Che sono un brand identitario. Perfino i terroristi dell’Isis hanno una loro bandiera….”.

Secondo Bignasca, tesi difesa da Galeazzi, esporre una bandiera che può rappresentare sia il Consiglio d’Europa sia l’UE può creare confusione nei cittadini e anche offendere chi non è a favore dell’UE. Il PLR, con Censi, ha contestato questa visione, specificando che le due questioni non c’entrano nulla.

Da segnalare che a sorpresa il comunista Massimilano Ay ha optato per il no, affermando che non si tratta di una bandiera di pace e di diritti uman, e lo dico da internazionalista. Quella bandiera è un affronto alla democrazia partecipativa e alle lotte operaie e studentesche”. Cita, per esempio, i neonazisti ucraini che l'hanno sventolata dopo il colpo di Stato, i Balcani e la Grecia.

E infatti quelli che la Lega chiama partiti storici si sono uniti, e con 44 voti hanno respinto la mozione, mentre Lega stessa, UDC e Verdi (tranne Francesco Maggi) hanno votato contro. Il vessillo, dunque, sarà esposto anche il prossimo 5 maggio. E di UE, Europa in genere e rapporti con essa, stiamo pur certi, si continuerà a discutere, e si sarebbe continuato a farlo indipendentemente dall’esito di questo voto. 
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