POLITICA
Blocco dei ristorni e rimborso al Ticino, Galeazzi rimanda la mozione all'Ufficio Presidenziale
Ieri bocciato il rapporto di maggioranza contro il suo atto, ma non ce n'era uno di minoranza. Ora chiede che torni il Gestione, "e che chi mi ha sostenuto magari rediga un rapporto"

BELLINZONA – Manca un’oretta abbondante alla seduta odierna di Gran Consiglio quando lo chiamiamo e Tiziano Galeazzi è già sul posto. Il suo obiettivo? Fare in modo che si torni sul tema ristorni e dei rimborsi al Ticino, e in fretta. Ieri, infatti, si discuteva della sua proposta di bloccarli, e UDC, Lega, Verdi e parte dei PPD hanno bocciato il rapporto di maggioranza che chiedeva di bocciare la mozione. Ma non essendoci un rapporto di minoranza a suo favore, tutto è rimasto come prima.

Galeazzi non molla l'osso. “Non è stata una vittoria di Pirro, perché ho letto il voto di ieri come una fase semi-positiva, il messaggio politico è stato compreso. Non voglio congelare i ristorni tout cour, essendoci degli accordi del ’74 che dicono che vanno dati, però dato che la parte italiana non ha mai firmato l’accordo parafato nel 2015 con il cambio di aliquota il Cantone deve chiedere di avere un rimborso da parte della Confederazione”.

E ora il deputato democentrista ha rimesso la mozione, identica, all’Ufficio Presidenziale con la richiesta di farla tornare in Commissione della Gestione. A questo punto, dopo il voto di ieri, si augura che qualcuno rediga un rapporto, che sia di minoranza oppure, dato il riscontro, anche di maggioranza, e che dunque si torni a parlarne in aula. 

Gli servirà, fa notare, il sostegno di chi ha votato a suo favore. “Qualcuno potrà redigere il rapporto, e dovranno confermare il voto quando se ne ridiscuterà”.

Se l’UP non rimandasse il tetso in Gestione, Galeazzi a questo punto, ci anticipa, depositerà una nuova mozione, chiedendo magari la firma anche a chi lo ha sostenuto. 

Lo scopo è sempre, in ultima analisi, “che il Cantone si muova affinchè la Confederazione compensi, dal 2016 in avanti, l’apporto mancante, circa 15 milioni all’anno, finchè non entrerà in vigore l’accordo. Desidero se ne discuta entro il termine della legislatura, perché la prossima tranche sarebbe a giugno. Mi auguro che l’appoggio ci sia, come ieri, che non cambino idea”. 

“Se ci fosse stato un rapporto di minoranza, sarebbe passato! Tutto sarebbe andato al Consiglio di Stato, il quale doveva poi redigere un messaggio che andava nella direzione di congelare i ristorni il prossimo anno e poi di chiedere il risarcimento”, recrimina. “Tutti sapevano che ieri il rapporto di minoranza non c’era, ma pochi avevano pensato a una bocciatura di quello di maggioranza. Non so se non è stato fatto perché non hanno avuto intenzione, per maquillage politico o perché non ci credevano che potesse essere bocciato il rapporto di maggioranza”.

Il tutto è ancora aperto. La palla passa all’Ufficio Presidenziale.

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