di Tiziano Galeazzi*
Il fumo passivo fa male ma non ci sono studi che dimostrano che quando si è all'aperto ci siano danni per la salute dei cittadini.
Da sempre sono scettico ai continui divieti e restrizioni individuali da parte dello stato se non quando sono estremamente vitali.
Contro il fumo passivo non servono altre leggi ma campagne di informazione e sensibilizzazione oltre al buon senso di tutti noi.
Il divieto di fumo all'aperto è un vero e proprio accanimento alla libertà e alla responsabilità individuale. Cose viste nell'ex Unione Sovietica e già superate da decenni con il crollo del comunismo.
Proibizioni e restrizioni sono solo un indebolimento programmato per la democrazia con l'intento di cancellarla a favore di un piu ampio controllo di massa da parte di poche istituzioni sovranazionali, tra cui l'Unione Europea.
La questione dell'emergenza climatica ne è un esempio di isterismo collettivo pianificato a cui sembrano legati gli ulteriori divieti di fumo in strada, va in direzione del proibizionismo di massa e della preoccupante limitazione della libertà individuale per inculcare nelle persone un
unico schema globale iniziato tempo fa, passato in secondo piano e ignorato, che ora sta emergendo sterminando quanto nei secoli è stato conquistato in questo Continente.
Si inizia sempre dai piccoli divieti con la tattica della fetta di salame.
*granconsigliere e consigliere comunale UDC, dopo la proposta del sindaco di Milano di proibire il fumo all'aperto