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23.05.2022 - 10:130

Lupo, il j'accuse di Mattei al Governo: "Mentre voi ragionate il territorio va in malora"

Lettera aperta ai Consiglieri di Stato Vitta e Zali: “Situazione insostenibile: abbandoni di attività, vendita di bestiame e rinuncia ad alpeggiare. A rischio anche il turismo. Cosa intendete fare?”

 di Germano Mattei *

 

 

On. Presidente del Consiglio di Stato e On.li Consiglieri di Stato detentori di potere ai Dipartimenti Finanze ed Economia e del Territorio,

V’informo che venerdì 20 maggio si è svolta a Berna alla Sede dei Contadini Svizzeri la settima Assemblea dei Delegati delle Associazioni per la protezione del Territorio dai Grandi Predatori. L’assise ha confermato il sottoscritto quale co-presidente e Sem Genini, Segretario agricolo cantonale e Deputato, quale membro del Consiglio direttivo dell’Associazione nazionale. Vi era nella sala tensione e preoccupazione per il futuro del territorio montano svizzero e delle attività tradizionali e turistiche che vi si svolgono. Specialmente preoccupati per le puntuali e sempre più numerose presenze di Grandi Predatori, lupi in particolare, in ogni dove, vicino a centri urbani e a nuclei abitati in particolare. Non passa giorno senza avvistamenti e, purtroppo, predazioni.

Preoccupati anche della dichiarazione davanti al Parlamento della titolare del dossier on. Simonetta Sommaruga: in Svizzera è accertato un aumento dei lupi del 30% annuo e a quel giorno almeno 150 esemplari (secondo il Consiglio federale erano 100 nella sua dichiarazione del 30 giugno 2021 alla presentazione della modifica dell’ordinanza sulla Legge sulla caccia). Una situazione insostenibile, che sta creando situazioni preoccupanti con abbandoni di attività, vendita di bestiame da reddito, rinuncia ad alpeggiare o grande apprensione e indecisione nei confronti di una stagione alpestre che a giorni sta per cominciare: un allevatore ieri mi diceva che non sa decidersi se inviare le pecore e capre sull’alpe o se caricarle sull’autocarro per liquidare tutto e chiudere l’attività! Affermazioni pesanti, che preoccupano e dense di conseguenze materiali, territoriali e anche politiche.

Ma anche il turismo sta subendo ripercussioni: con le vacanze alle porte, molti si chiedono se ritornare nelle Valli, se riaprire le case di vacanza, se affittare un rustico, se andare alle Capanne alpine o anche solo per fare un’escursione!

Mentre Voi state ragionando sugli aspetti ed approfondimenti giuridici l’80% del nostro territorio sta andando ulteriormente alla malora. Ma vi rendete conto di quale influsso ha la vostra inazione, nel negarvi al confronto schietto e responsabile? Enorme impressione – meglio vorrei dire rabbia e indignazione - ha destato la vostra mancata presenza alle frequentatissime serate di Olivone di Cevio. Avete mandato allo sbaraglio i vostri Funzionari: impauriti, senza idee, senza progetti, senza uno straccio di soluzione. Ma la politica, vera ed unica responsabile di questa inazione dov’era? Facile trincerarsi su competenze federali. Vedo che in altri Cantoni – leggi in particolare Vallese e Grigioni – son ben più attivi e determinati sia verso Berna, quanto sul suolo cantonale. Ebbene, a Berna, con la conosciuta lentezza politica e burocratica, dopo la votazione del 29 settembre 2020 - legge sulla caccia bocciata per un risicato 1,8 % - si è mossa: oltre 20 atti parlamentari che hanno difficoltà ad ottenere risposte! l Consiglio Federale ha messo mano a una nuova revisione della Legge sulla caccia. Sembra che i lavori stiano procedendo speditamente, ma come sapete i tempi politici delle modiche legislative sono assai lunghi. Si parla del 2024!

 

Grazie alla coordinazione dell’Associazione mantello nazionale che ho l’onore e onere di co-presiedere, nell’ultima sessione le Camere federali hanno votato, con confortevole maggioranza, un credito straordinario di 5,7 mio a sostegno della stagione alpestre 2022. I moduli degli aiuti previsti sono stati presentati giovedì scorso. Il cofinanziamento del 20% e la coordinazione degli interventi ricadono sui Cantoni. Il tutto vi era conosciuto da diverse settimane in quanto siete stati consultati. Che state facendo in merito in Ticino? Siano a due-tre settimane della ripresa degli alpeggi. Anzi qua e là, con grande paura e apprensione, diversi allevatori hanno già iniziato ad inviare gli armenti verso i pascoli estivi. Nel Vallese già a dicembre il Parlamento ha votato un credito di un milione di franchi a sostegno delle misure federali che erano in preparazione e un formulario con le richieste di sostegno è stato da tempo inviato agli allevatori. I moduli che devono rientrare in questi giorni. Nei Grigioni pure delle misure stanno per essere varate. In Ticino, per dichiarazione dei vostri funzionari alle serate pubbliche, nulla di nulla: né crediti ad hoc, né azioni concrete.

Sempre gli ultimi della classe: per Voi il primario è solo fonte di problemi e il territorio e la sua gestione occasione di belle parole in comizi e aperitivi vari. Nulla di nuovo sotto il sole adombrato da mille problemi e preoccupazioni. Per voi è chiaro che il settore primario, quello dell’anello debole dei piccoli allevatori di bestiame da reddito in particolare non è importante, un settore che vedete già morto e con il suo prossimo, troppo prossimo, decesso con la fine dei vostri problemi: il Cantone Ticino può finalmente liberarsi da un peso! Le Città e le zone urbane, che rappresentate, gioiranno e uno dei presupposti pianificatori a voi cari della concentrazione programmata di attività e popolazione finalmente attuato.

Noi lotteremo sino alla fine contro questo dichiarato e pianificato concetto centripeto! Il 26 aprile ho, controvoglia, proposto al Presidente dell’Associazione cantonale Armando Donati, di farsi carico del trasporto davanti al Palazzo delle Orsoline delle carcasse delle pecore predate a Cerentino. Così è avvenuto e l’impatto mediatico e sulla popolazione è stato enorme, con influenze anche sulla politica. Sono un democratico e non mi sento fiero di quest’azione di protesta inusuale e, per il sottoscritto, irripetibile. A dire il vero numerosi allevatori erano pronti per partire verso la piazza della Foca e i vostri ovattati Uffici con i loro armenti, questo a causa dei tentennamenti del Consiglio di Stato verso la problematica. Li abbiamo a fatica fermati. Sono sanguigni i nostri allevatori, ma infine anche loro molto democratici e coscienziosi. Molto di più di quanti lo dovrebbero essere e che dovrebbero dare l’esempio.

L’intervallo di tre settimane, rispetto ad una situazione chiara e lampante, per decidere un abbattimento in Val Rovana - dove già il 30 marzo tre lupi erano entrati in un recinto sbranando diverse pecore e agnelli - ha suscitato rabbia, delusione e molta sfiducia nel vostro incomprensibile e irresponsabile, vorrei dire, agire. Ma quanto ci vuole, con a disposizione una schiera di funzionari, giuristi e altro a leggere delle direttive federali da anni conosciute e note? Forse la scusa doveva essere almeno un’altra. Avete nel frangente, parafrasato il noto adagio della dantesca “inedia” del Conte Ugolino della Gherardesca! Domanda: ma l’abbattimento autorizzato in Val Rovana, quando avverrà, alle calende greche? Ha destato apprensione la dichiarazione di un vostro funzionario l’altro giorno a un funerale a Peccia: potete aspettare mesi prima di abbattere questo lupo!!

In Vallese quattro giorni dopo l’abbattimento era cosa fatta e precedentemente vi erano stai altri due prelievi. Recentemente nei Grigioni pure due prelievi dopo pochi giorni dall’autorizzazione. Mi auguro, ci auguriamo, che questo abbattimento avvenga prima della vicina Ascensione. Non si risolve il problema dell’indiscriminata e incontrollata proliferazione di lupi - notizia di questi giorni che ufficialmente nella vicina Italia i lupi rilevati sono circa mille vicino alle nostre frontiere! - con il prelievo di un esemplare, ci vuole ben altro. Si tratta comunque di un segnale chiaro e inequivocabile che la misura è colma, di sostegno a un settore in difficoltà, di presenza delle Istituzioni.

Agite per cortesia senza indugio e senza ulteriore melina, attuate quel che ha deciso a maggioranza il Consiglio di Stato! I prossimi mesi saranno decisivi per il settore degli allevatori e dell’alpeggio. Per attuare gli aiuti e le misure federali di sostegno dell’alpeggio 2022 dovrete inevitabilmente far capo a del nuovo personale ausiliario. Mi auguro che metterete a disposizione i “pastori di appoggio”, organizzando immediati corsi di formazione. Personale da attivare, per vostra organizzazione, in numero sufficiente nel territorio e che possano monitorare giornalmente gli alpeggi ed essere d’aiuto agli allevatori. Le organizzazioni di categoria, se coinvolte, sicuramente saranno presenti con la loro collaborazione. È auspicabile che vorrete autorizzare e organizzare sugli alpeggi e pascoli discosti, senza particolare burocrazia e intralci pianificatori, i box rifugio necessari. Auspico che i guardiacaccia e le guardie forestali siano istruiti e gestiscano i droni di monitoraggio e i tiri di dissuasione. Confido che i “scarichi d’alpe forzati”, ove necessario, siano celermente autorizzati e le misure di sostegno e d’indennizzo dei costi supplementari siano organizzati in modo sostenibile. Esiste il problema del foraggio e dei fienili vuoti a causa della prolungata stabulazione forzata. Il problema si acuirà in autunno e sono necessarie misure di merito. Le recenti maggiori vendite di bestiame - vedi il recente raddoppio del mercato ovino a Cresciano - è sintomatico.

Un ultimo tema. Il Canton Vallese ha chiesto al Consiglio Federale un periodo di sei mesi per regolare liberamente i lupi nel territorio. Loro contano più di 50 lupi e a oggi oltre 90 predazioni in ambienti protetti! In Ticino, tenendo conti delle predazioni non annuncite per sfiducia nel vostro agire, siamo almeno a 50 predazioni. Mai visto nulla di simile! Non è il caso che anche il Cantone Ticino si allinei al Canton Vallese nella richiesta all’Esecutivo federale di questo periodo di sei mesi di libera moderazione della presenza di lupi? Mi scuso se sono stato assai diretto in questa lettera aperta. La pressione vissuta in questi mesi sul terreno e nelle mie funzioni è stata enorme e mi impaurisce per i suoi sviluppi nei confronti della situazione attuale e specialmente verso il futuro. Confido che comprendiate e che, in collaborazione dei vostri funzionari, vorrete agire di conseguenza per salvaguardare l’allevamento caprino e ovino in Ticino, preservare attivi molti dei nostri alpeggi che sono per vostra stessa affermazione il 70% non proteggibili (Studio Agridea 2018).

 Bisogna tener conto che pure il settore degli allevatori di bestiame grosso non sono esenti dal pericolo di predazioni. Basta vedere quanto successo l’anno scorso nel Giura vaudese e in Val d’Aosta. Nel Cantone, nelle Regioni montane e specialmente tra i giovani vi è molta apprensione e preoccupazione nel futuro e nell’inerzia (disinteresse?) che dimostra la politica. Avete in questi giorni ricevuto una lettera di una giovane olivonese, accompagnata da ca. 150 firme, che è molto emblematica e significativa. I giovani vogliono continuare a vivere e operare in montagna, ma chiedono una certa sicurezza e sentirsi sostenuti non solo a dichiarazioni e parole che troppe volte sono al vento. Tutti abbiamo paura che prima o poi succeda un incidente grave che coinvolga le persone. I lupi, gli ibridi di lupo, sono sempre meno timorosi e possono divenire un vero pericolo anche per la gente, bambini in particolar modo.

Con montanara stima.

 

*Co-presidente Ass. Svizzera per un Territorio libero dai Grandi Predatori, Coordinatore Movimento "MontagnaViva"

 

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