POLITICA
La Confederazione lucra sulla corruzione nei paesi poveri... L'inchiesta del Tages Anzeiger
Mai come negli ultimi anni, scrive il quotidiano, i crimini internazionali hanno portato tanti soldi nelle casse svizzere
TiPress/Alessandro Crinari

BERNA - La Magistratura elvetica ha confiscato centinaia di milioni di franchi provenienti da casi di corruzione internazionale, compresi soldi provenienti dal Venezuela e dal Congo. Ma, invece di restituire quel denaro, la popolazione svizzera ne trae vantaggio. Un tema di cui le Camere federali si stanno già occupando, quello sollevato oggi dal Tages Anzeiger. Un tema che tocca l’etica finanziaria della Confederazione.

Mai come negli ultimi anni, scrive il quotidiano, i crimini internazionali hanno portato tanti soldi nelle casse svizzere. Dal 2018 al 2022 la Confederazione ha ricevuto oltre 437 milioni di franchi provenienti da denaro confiscato in procedimenti penali o di assistenza giudiziaria. Per fare un confronto: nel quinquennio precedente ammontavano solo a circa 63 milioni, ovvero sette volte meno. Il motivo, spiega il Tages Anzeiger, è l’aumento dei grandi casi di criminalità riconducibili ai cosiddetti colletti bianchi. Ma, secondo il giornale zurighese, il Consiglio federale non dà molta importanza a questi numeri che emergono dai bilanci pubblici, perché sono cifre che “gettano una cattiva luce sulla Svizzera”.

La maggior parte dei milioni confiscati proveniva da crimini compiuti all’estero. Quindi, se funzionari corrotti o uomini d’affari da qualche parte nel mondo rubano milioni allo Stato e li depositano in una banca svizzera, quel denaro potrebbe finire a beneficio della nostra nazione. Questo, spiega il giornale, è successo, ad esempio, con i soldi provenienti dal Venezuela, dove oltre il 90% della popolazione è considerata povera. Non solo: un enorme caso di corruzione in Malesia, in cui sono stati sottratti diversi miliardi dal fondo sovrano locale, ha fatto sì che 70 milioni finissero nelle casse federali.

C’è poi una seconda variante del fenomeno: quando un’azienda svizzera corrompe funzionari in Africa per ottenere preziose materie prime o lucrosi contratti governativi. E il Tages Anzeiger cita due esempi recenti: lo scorso aprile la Procura federale ha condannato la società vodese di tecnologia di sicurezza Sicpa per corruzione in Brasile, Colombia e Venezuela. La richiesta di risarcimento di 80 milioni di franchi andrà a beneficio della Svizzera. Lo stesso vale per i 90 milioni che la compagnia petrolifera ginevrina Gunvor ha dovuto sborsare nel 2019 dopo essere stata condannata per corruzione nella Repubblica del Congo e in Costa d’Avorio.

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