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02.02.2024 - 11:310

L'imposta di circolazione fa discutere. Passalia: "Tradisce il popolo". Quadri: "Giusto ridurla, ma…"

Il Consigliere nazionale leghista sull’ipotesi di una nuova iniziativa popolare de Il Centro: "Boutade a scopi elettorali. Chiamare alla cassa anche le migliaia di frontalieri"

BELLINZONA – “Preparate il portafogli, arriva l’imposta di circolazione”. Così, qualche giorno fa, abbiamo titolato (leggi qui) l’articolo che annunciava l’arrivo nella buca lettere dei ticinesi dell’imposta di circolazione 2024. La nuova formula è stata votata in Gran Consiglio lo scorso mese dicembre dopo mesi di discussioni. Precedentemente, l’importo da saldare teneva conto di un solo fattore: quello delle emissioni di CO2.

Anche dopo l’arrivo della fattura, l’imposta di circolazione fa discutere e anima il dibattito pubblico e politico. In molti hanno postato sui social le fatture, reclamando per l’ aumento (in alcuni casi anche del doppio) dell’imposta. Alcuni hanno invece pubblicato la testimonianza fotografica di come con la nuova formula pagano di meno.

Anche la politica è spaccata. Il deputato del Il Centro e primo firmatario dell’iniziativa ‘Per un’imposta di circolazione più giusta’ Marco Passalia ha pubblicato su La Regione il suo pensiero. “Ho raccolto il malcontento di molti cittadini. Ho spiegato loro cosa è successo e chi devono ringraziare. Sta esattamente accadendo quello che il Centro temeva e ha denunciato. Si è tradita la volontà popolare”. “Vero – aggiunge Passalia -, c’è chi paga di meno, ma per molti si tratta di un aumento ingiustificato. Con la nuova formula, chi ha fatto una scelta virtuosa dal punto di vista della sostenibilità ambientale è ora sfavorito e paga di più. Per essere concreti: chi possiede una Fiat 500 elettrica a zero emissioni paga di più (per il peso delle batterie) di uno che possiede un’Aston Martin Vantage V8 Coupé”.

Se il Centro ha provato a sensibilizzare gli altri partiti, quest’ultimi non hanno voluto ascoltare. “C’è chi dice che le priorità sono altre, ma andate a dire a chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese quanto fa male un piccolo aumento dell’imposta di circolazione. Per noi – scrive a La Regione – la priorità è chiara: i più deboli vanno tutelati”. E negli scorsi giorni, il Centro ha chiesto chiarezza sull’imposta di circolazione, veleggiando l’ipotesi di una nuova iniziativa popolare.

Il Consigliere Nazionale della Lega dei Ticinesi Lorenzo Quadri ha invece pensieri diversi. “La decisione del Parlamento pone al gettito dell’imposta di circolazione un tetto massimo di 80 milioni di franchi. Se questo tetto è stato rispettato, ciò significa che per un certo numero di automobilisti l’imposta di circolazione è aumentata, mentre per altri – in particolare per i titolari di veicoli datati – è diminuita. Personalmente sono favorevole ad una diminuzione dell’imposta di circolazione, il sistema di calcolo del 2023 che tiene conto solo delle emissioni di CO2 lo trovo però iniquo e penalizzante in particolare per chi non si può permettere l’auto nuova (che emette meno CO2) o addirittura elettrica”.

Era preventivabile aspettarsi un aumento in fattura? “Come detto, se le decisioni prese sono state rispettate globlamente non c’è stato un aumento. È però nell’ordine delle cose che solo chi si trova confrontato con un aumento si sia fatto sentire, mentre gli altri no. Io ad esempio ho un’automobile del 2009 e la mia imposta di circolazione è diminuita di ca 150 franchi rispetto allo scorso anno. E come me sicuramente molti altri”.

Sui social, più di un cittadino ha affermato di sentirsi preso in giro. “Ricordo che anche nel 2023, quando l’imposta è stata calcolata solo sulla emissioni di CO2, ci fu una levata di scudi di chi subì un aumento importante, ossia in particolare i titolari di vetture datate che spesso non si possono permettere di passare a modelli più nuovi o elettrici. Il calcolo fondato unicamente sulle emissioni di CO2 penalizza in generale il ceto medio-basso. Non sono stupito che il CdS e la maggioranza parlamentare abbiano ritenuto opportuno apporre dei correttivi. L’importante è che il gettito complessivo non aumenti, ossia che lo Stato non utilizzi – come nelle intenzioni iniziali del CdS, poi bocciate a livello parlamentare – l’imposta di circolazione per fare cassetta; si tratterebbe di una forma di aggravio fiscale e quindi per me inaccettabile per principio”.

Sull’ipotesi di una nuova iniziativa popolare, Quadri ha le idee chiare: “Mi sembra l’ultima boutade del Centro a scopo di campagna elettorale. Se la nuova iniziativa popolare vertesse alla riduzione complessiva del gettito dell’imposta di circolazione, e quindi costituisse uno sgravio, sarei d’accordo. Non sarei d’accordo se l’intenzione fosse quella di avvantaggiare i proprietari di una Tesla a scapito di chi ha una vecchia utilitaria. Inoltre, se si vogliono lanciare nuove iniziative popolari, c’è anche un'altra questione che a mio parere va assolutamente tematizzata: ossia, come chiamare alla cassa le decine di migliaia di automobili dei frontalieri che intasano quotidianamente le strade ticinesi”.

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