POLITICA
L'helicopter money della BNS. Ma il PLR frena: "Usiamo quei soldi come vitamina e non come cerotto"
"Non sarebbe accettabile che questa iniezione di capitali diventi una comoda soluzione per non affrontare in maniera seria, responsabile e durevole il risanamento delle finanze cantonali"
TiPress / Alessandro Crinari
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BERNA/BELLINZONA - La Banca Nazionale ha comunicato oggi di aver realizzato l'anno scorso un utile di circa 80 miliardi di franchi. Si confermano così le indicazioni pubblicate nelle scorse ore dagli analisti di UBS, che evidentemente avevano informazioni molto attendibili. Un risultato, quella della BNS, che comporterà una sorta di "helicopter money" per Confederazione e Cantoni. Anche il Ticino beneficerà di una quota dei 3 miliardi che verranno ridistribuiti dalla BNS. E il PLR aveva già in canna un comunicato stampa nel quale indica come si dovrebbe e come non si dovrebbe spendere la manna che pioverà dal cielo (Nella foto di copertina il presidente della BNS Martin Schlegel e il presidente del Governo Christian Vitta durante l'incontro di inizio ottobre nell’auditorium di BancaStato).
 
"La decisione odierna della Banca Nazionale di distribuire una parte degli utili ai Cantoni rappresenta una concreta opportunità di rilancio anche per il Ticino. Non sarebbe invece accettabile che questa iniezione di capitali diventi una comoda soluzione per non affrontare in maniera seria, responsabile e durevole il risanamento delle finanze cantonali - si legge nella nota del Partito liberale radicale -. In questo senso il PLR ritiene che questi vadano impiegati per misure precise e concrete, una sorta di vitamina, per potenziare idee e strumenti capaci di rilanciare lo sviluppo economico del nostro Cantone, in primis con misure in favore di PMI e industrie, ma anche – ad esempio – per garantire le risorse necessarie alla ricostruzione delle zone alluvionate in Valle Maggia e per riprendere con energia il filo del discorso sui progetti, anche visionari, legati alle infrastrutture di mobilità. Per il PLR è un’opportunità che il Ticino non può lasciarsi sfuggire se mira al miglioramento della qualità di vita per i cittadini e alla creazione di posti di lavoro di qualità e ben retribuiti".

In questo contesto, prosegue la nota del PLR. "riteniamo che il versamento dei contributi della Banca Nazionale debba diventare il volano per un’inversione di tendenza a tutti i livelli, partendo dall’idea di potenziare gli strumenti di sviluppo economico a nostra disposizione. Un’opportunità anche per tornare a pensare fuori dagli schemi, ad esempio con i progetti – anche visionari – di copertura dei principali assi stradali, fino al completamento della linea AlpTransit.

I versamenti della BNS non devono quindi rappresentare una spada di Damocle pendente sulla testa del Ticino ad ogni preventivo ed essere utilizzati per attività ordinarie. Anche perché agendo in questo modo, i preventivi diventano un esercizio alibi, di stretta contabilità, senza alcuna visione per il nostro Cantone.

Sicurezza per la Valle Maggia e focus sugli Uffici federali

Secondo il PLR il versamento straordinario della BNS deve essere almeno parzialmente utilizzato per coprire il fabbisogno straordinario di investimenti per le regioni colpite dai disastri del maltempo in Valle Maggia. È infatti essenziale che il Cantone dia un chiaro segnale di sostegno a queste regioni e che quindi le comunità locali possano essere rassicurate dal fatto che lo Stato è, e sarà, presente.

Allo stesso tempo, andrà svolta un’attività – che non necessita di una costante presenza dei riflettori mediatici – in cui Governo e deputazione ticinese alle Camere federali facciano sentire la loro voce con gli uffici federali e con i Dipartimenti interessati (in primis il Dipartimento dell’Ambiente di Albert Rösti e il Dipartimento dell’Economia di Guy Parmelin) con l’obiettivo di ottenere un sostegno maggiore nei vari settori di interesse, regionali e cantonali.

Un approccio pragmatico, propositivo e non rivendicativo, facendo tesoro di quanto altri Cantoni già oggi fanno, con successo e dietro le quinte, nella gestione dei loro rapporti con la Confederazione".

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