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25.08.2015 - 10:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

PPD, «aiutiamo le montagne, aree fragili della Svizzera»

Da un ritiro del gruppo parlamentare a Cardada esce la volontà di incentivare famiglie e aziende a trasferirsi nelle zone montuose. «La tassa di collegamento penalizza le zone periferiche», dunque va rivista

CARDADA - Il PPD inserisce la montagna nella lista delle sue priorità. La nuova sterzata del partito è stata simbolicamente rappresentata con un ritiro di due giorni del gruppo parlamentare a Cardada. A favore della montagna, sono soprattutto due le direzioni che verranno seguite: l'inserimento di essa nella costituzione cantonale come patrimonio e la presentazione di una serie di atti parlamentari volti a sostenere famiglie e imprese che intendono trasferirsi nelle valli. «L’80% del territorio cantonale è montano, ma solo il 25% della popolazione vi abita», ha sottolineato sul Corriere del Ticino il capogruppo Fiorenzo Dadò, un appassionato di montagne e scalate. Il PPD non intende mettere in contrapposizione aree cittadine e aree montane, bensì mira a un equilibrio tra queste due realtà, entrambe importanti per lo sviluppo del cantone». Filippo Lombardi, coordinatore del partito, ha fatto notare come «la Svizzera è come una catena, le regioni gli anelli che la compongono. Essa è forte quanto il suo anello più debole ed è per questo che è importante rafforzare le aree più fragili». Marco Passalia ha puntato il dito su alcune leggi che non tengono conto delle situazioni, come per esempio quella sulla pianificazione del territorio e quella sulle abitazioni secondarie. La questione legata ai rustici, così come la Legge forestale, non sarebbero più al passo coi tempi e andrebbero riviste. «Per promuovere le zone a basso potenziale non basta la bellezza del paesaggio, ma ci vogliono incentivi che spingano le famiglie a trasferirsi, come ad esempio la presenza di posti di lavoro, vie di comunicazione, accesso alle abitazioni, tutte misure che vanno coordinate», ha aggiunto Passalia, annunciando «una mozione a sostegno delle famiglie che scelgono la periferia attraverso agevolazioni fiscali e a sostegno delle imprese che decidono di aprire o delocalizzare le proprie attività nelle valli». Infine, anche la tassa di collegamento, secondo i popolari democratici, così com'è pensata al momento, penalizzerebbe le zone di montagna. «Il problema della tassa è che non differenzia tra le aree urbane, generatrici di traffico, e quelle periferiche, che fanno già fatica. Inoltre, nelle valli non è previsto un potenziamento dei mezzi pubblici», ha affermato il Consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, il quale è convinto che il settore su cui puntare per rilanciare le montagne sia quello sociosanitario, in grado di offrire posti di lavoro dovunque.
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