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20.09.2015 - 13:190
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Stato di Polizia? Gobbi si difende, «non intendo abbassare la guardia, la sicurezza è prioritaria»

Fiorenzo Dadò attacca il Consigliere di Stato leghista. La socialista Kandemir Bordoli: «colpa di alcuni politici», fra cui Pinjoa «(più agenti, servono tutti») E Gobbi su Facebook scrive che...

BELLINZONA - Nel corso della polemica per l'irruzione, poi smentita, della polizia al Liceo di Locarno, Carlo Lepori, presidente ad interim del PS, aveva parlato di uno stato troppo poliziesco instaurato da Norman Gobbi. Questa mattina, dalle colonne del settimanale Il Caffè, il capogruppo PPD Fiorenzo Dadò, dopo l'intervento della polizia in una capanna alpina che ha portato alla scoperta di due nepalesi non in regola coi permessi, gli dà sostanzialmente ragione. «In Ticino andando avanti di questo passo si sta creando uno stato poliziesco. Prima si crea una paura sproporzionata, e si mette di conseguenza in moto un apparato repressivo e di sorveglianza», afferma Dadò, prendendo spunto dall'episodio dei due nepalesi. La colpa? Di Norman Gobbi. Troppi agenti (il numero è aumentato di un centinaio in un anno), ma secondo Dadò anche mal indirizzati. «Se hanno tempo di occuparsi di minime cose, significa che non si stanno occupando delle vere priorità». Si alimenta la paura, e si aggiungono poliziotti. Ma secondo il capogruppo PPD il Ticino è un cantone vivibile. Gobbi non dovrebbe «enfatizzare così il problema della sicurezza, perché il Ticino non ha bisogno di tutta questa polizia. Essa va impiegata per i problemi veri». A dar man forte a Dadò, anche Pelin Kandemir Bordoli, capogruppo PS in Gran Consiglio. «Effettivamente in certe situazioni si ha la sensazione che ci sia un esagerato controllo». Ma resiste un sentimento di insicurezza, «alimentato ad arte da alcuni politici». Fra di essi, Gabriele Pinoja, presidente dell'UDC, che ha chiesto più poliziotti. «Servono tutti», ha detto. Secondo Francesco Maggi dei Verdi è la popolazione a volere questa situazione, senza rendersi conto dei costi generati, mentre Alex Farinelli, capogruppo PLR, «che Gobbi interpreti il ruolo di ministro muscoloso è sotto gli occhi di tutti, ma il Ticino non è e non deve diventare uno Stato di Polizia». Giorgio Fonio del PPD è consapevole dell'impostazione data dal Consigliere di Stato leghista alla questione, ma loda gli agenti. Per contro, dei criminologi interpellati, affermano che per aumentare la sicurezza non serve una militarizzazione. E Norman Gobbi? Ha reagito prontamente attraverso il suo profilo Facebook. «Il cappuccino all'italiana con tanta schiuma e poca sostanza (ovvero il Caffé, ndr) critica un mio successo politico, ossia la diminuzione dei reati grazie all'adeguamento degli effettivi della Polizia, e inverte le logiche equazioni in materia di sicurezza, negando il principio +presidio&professionalità = -criminalità = +sicurezza. A queste non nuove e ripetute accuse, rispondo ribadendo che per il sottoscritto la sicurezza di ogni singolo cittadino è fondamentale ed è un obiettivo da raggiungere ogni giorno. Per questo motivo non intendo abbassare la guardia – dal casellario alla difesa della Porta Sud – e continuerò a battermi per la sicurezza del Ticino e dei Ticinesi, ma a buon conto pure a favore di tutta la Svizzera».
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