, dopo l'intervento della polizia in una capanna alpina che ha portato alla scoperta di due nepalesi non in regola coi permessi, gli dà sostanzialmente ragione.«In Ticino andando avanti di questo passo si sta creando uno stato poliziesco. Prima si crea una paura sproporzionata, e si mette di conseguenza in moto un apparato repressivo e di sorveglianza», afferma Dadò, prendendo spunto dall'episodio dei due nepalesi. La colpa? Di Norman Gobbi. Troppi agenti (il numero è aumentato di un centinaio in un anno), ma secondo Dadò anche mal indirizzati. «Se hanno tempo di occuparsi di minime cose, significa che non si stanno occupando delle vere priorità».Si alimenta la paura, e si aggiungono poliziotti. Ma secondo il capogruppo PPD il Ticino è un cantone vivibile. Gobbi non dovrebbe «enfatizzare così il problema della sicurezza, perché il Ticino non ha bisogno di tutta questa polizia. Essa va impiegata per i problemi veri».A dar man forte a Dadò, anche