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09.02.2016 - 10:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

RSI, chiesto il congelamento dei licenziamenti e sfiduciati i vertici

Nell'assemblea indetta dal Sindacato Svizzero dei Mass Media, è comparsa anche una perizia giuridica che evidenzierebbe come la RSI avrebbe violato il CCL

COMANO - Congelare i licenziamenti in attesa di chiarezza e sfiducia ai vertici della RSI. Sono i punti base emersi dall'assemblea di ieri a Comano, indetta dal Sindacato Svizzero dei Mass Media. Un centinaio i partecipanti, che hanno parlato dello sconcerto per i licenziamenti all'americana e di un clima che è già pesante da tempo: gli episodi che dominano la cronaca sono solo la punta dell'iceberg. Il SSM si presenta forte anche di una perizia giuridica, redatta da una consulente della Svizzera Interna, che sottolineerebbe la violazione del CCL da parte della RSI. L'articolo 57 del CCL definisce i diritti di partecipazione, la commissione del partenariato sociale di conciliazione, nonché i rapporti fra le parti contraenti a livello nazionale non sarebbe stato rispettato. Il sindacato doveva essere interpellato, cosa che non è avvenuta. «Intendiamo portare sul tavolo delle trattative il fatto che sia mancata una vera consultazione, come invece è esplicitamente previsto dal nostro CCL. Di conseguenza, tutte le decisioni messe in atto in termini di riduzione del tempo di lavoro, di licenziamento e di prepensionamento, possono essere impugnate davanti alla legge», ha dichiarato al Corriere del Ticino il presidente Renato Minoli. La RSI dovrà giustificare come mai non abbia preso in considerazione le idee proposte dal sindacato per risparmiare senza tagliare i posti di lavoro (pare che i licenziamenti già comunicato siano 11, mentre quelli in attesa di esserlo 7). Oltre dunque alla richiesta di congelare i licenziamenti, i dipendenti hanno votato una sfiducia. «I partecipanti all’assemblea, certi inoltre di interpretare anche il pensiero di numerose colleghe e colleghi, dopo aver avuto testimonianza diretta da parte di persone sommariamente licenziate, e dopo aver preso conoscenza delle modalità ben più corrette, professionali e rispettose seguite nelle altre unità aziendali, dichiarano la loro sfiducia verso il Consiglio di direzione, i capi e i quadri di dipartimento, e lo stato maggiore Risorse umane che hanno deciso e gestito l’applicazione di misure che avrebbero richiesto la massima correttezza e umanità», si legge nel comunicato del sindacato. L'aria, insomma, dalle parti di Comano non accenna minimamente a farsi meno pesante. E prossimamente il sindacato si consulterà con Piero Cereghetti, inviato da De Weck per capirci qualcosa in più.
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