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18.04.2016 - 09:080
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Marchesi, «la manovra, non va nella direzione giusta. Il PLR non rappresenta più l'economia sana»

Il presidente sostiene che il suo UDC incarnerà la politica di destra. «L’aumento delle tasse non è la soluzione». E punge i Consiglieri di Stato e i loro partiti

BELLINZONA - All'UDC le indiscrezioni sulla manovra da 180 milioni trapelate nei giorni scorsi non piacciono per niente, anzi è pronto a opporsi a ogni provvedimento che non lo troverà d'accordo. Lo dice senza mezzi termini il presidente Piero Marchesi, intervistato dal Corriere del Ticino. «È l’ennesima stangata per gli automobilisti ticinesi. Viviamo in un Cantone dove è in voga la moda del tassare tutto quanto è possibile: tassa di collegamento che pagheranno nella misura del 70% i ticinesi, possibile aumento delle stime immobiliari che pagheranno i ticinesi proprietari di case di famiglia, si parla inoltre di minori deduzioni possibili sul calcolo delle tassazioni per i ticinesi. Siamo su una strada sbagliata, pericolosa e che se dovesse essere confermata porterà purtroppo il Ticino ad essere sempre più vicino e simile, ora anche per quanto riguarda l’aspetto fiscale, all’Italia», tuona Marchesi. Risanare i conti è importante e mai nessuno aveva proposto una soluzione ad ampio raggio, ma «se le misure per attuare il rientro dovessero essere quelle ventilate a mezzo stampa in questi giorni, seppur nella loro accezione generale, dico chiaramente che siamo fuori strada. L’UDC, anche se in Ticino è un partito di dimensioni modeste, farà di tutto per opporsi». L'UDC, spiega, aveva presentato alcune idee: l'aumento del moltiplicatore d'imposta per i frontalieri è stato cassato da Berna, ma nei cassetti di Palazzo delle Orsoline giacciono ancora due progetti, nuovo modello del calcolo dei sussidi di cassa malati basato sul medico di famiglia e il progetto fiscale Ticino. Cosa fare, dunque? Marchesi è convinto che si debba agire sulle uscite, pur continuando a investire. Per esempio, 1000 dipendenti cantonali andranno in pensione nei prossimi anni, «l’amministrazione cantonale può fare un’analisi di quali posti possono non essere sostituiti e quali posti possono essere occupati da collaboratori già presenti nell’organico, mediante riqualifiche, accorpamenti/eliminazione di uffici o delega di servizi ai Comuni. Occorre cambiare la mentalità statalista. Ma chi ne avrà il coraggio tra i partiti di Governo?». Non risparmia un attacco ai Consiglieri di Stato: non serve una visione dipartimentale bensì d'insieme, ma nessuno vuole scontentare i propri collaboratori, «che sono infine anche elettori». Se «l’aumento delle tasse non è la soluzione e otterrà, purtroppo, esattamente l’effetto contrario», l'UDC sembra farsi baluardo di una politica di destra. «In queste settimane ho sentito molta gente appellarsi a noi per difendere e promuovere una politica di destra, molti sono di fede politica PLR, ma delusi che dopo le decisioni prese dal loro partito, come ad esempio il sostegno alla tassa di collegamento. Sono disorientati e increduli. Il PLR non rappresenta più la sana economia del Ticino. Questo è il messaggio dei delusi», sottolinea Marchesi. Dunque, verranno accolte solo le proposte che per i democentristi siano a favore dei ticinesi e non penalizzino i residenti: la battaglia sulla manovra di governo, seppur essa non è ancora stata presentata ufficialmente, è già iniziata e si prospetta lunga e difficile.
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