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01.05.2016 - 11:010
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Pronzini: «atteggiamenti irrispettosi di personale e pazienti!»

«L’ospedale, inteso come struttura privilegiata per la cura e l’assistenza dei malati, va utilizzato esclusivamente per le finalità a cui è destinato», affermava Giorgio Pellanda

BELLINZONA - Non si placano le polemiche sull'atteggiamento dell'Ente ospedaliero cantonale (EOC) in vista delle votazioni cantonali del prossimo 5 giugno in tema sanitario. Il deputato Matteo Pronzini (MPS) segnale nuovamente come l'ente cantonale organizzerebbe «una informazione che va in una solo direzione, utilizzando risorse pubbliche, e approfittando della propria posizione nei confronti del personale». «Ora l’EOC ha dato decisamente un colpo di acceleratore in questa direzione. Negli ultimi due sabati si sono infatti tenute delle sedicenti giornate delle porte aperte presso gli ospedali di Bellinzona e Locarno che di fatto si sono trasformate in occasione di massiccia pubblicità in vista della votazione del 5 giugno», scrive Pronzini in un'interrogazione. «A tutti coloro che si trovavano all’ospedale (fossero lì per le giornate delle porte aperte o, semplicemente, come visitatori di pazienti) sono state distribuiti, in modo massiccio, volantini a favore delle revisione della LEOC e contro l’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali”. Nei reparti oggetto delle cosiddette “porte aperte” campeggiavano cartelli con precise indicazioni di voto. Il tutto, naturalmente, condito pranzo offerto a tutti». Pronzini nel suo testo rende nota anche una lettera del direttore dell'EOC, Giorgio Pellanda, che spiegava al granconsigliere MPS le ragioni per cui negava l'autorizzazione al comitato referendario sulla revisione dell’EOC di posare una bancarella per la raccolta di firme lo scorso 15 gennaio. «Concorderà che il rispetto degli utenti delle strutture dell’Ente in generale, e di quello dei pazienti in particolare, deve in ogni tempo rimanere prioritario rispetto a qualunque altro legittimo interesse al dibattito politico, relativo alla modifica della LEOC ma non soltanto», affermava Pellanda. «Converrà altresì che chi si reca in ospedale e , di fatto, ne varca la porta d’entrata, è solitamente una persona malata e sofferente, emotivamente fragile. Lo è il paziente (ricoverato o ambulatoriale) e lo sono di riflesso i suoi famigliari, gli amici e i conoscenti che lo assistono (...)». E ancora, «l’ospedale, inteso come struttura privilegiata per la cura e l’assistenza dei malati, va utilizzato esclusivamente per le finalità a cui è destinato; non può e non deve diventare, a mente mia, terreno di dibattito, magari anche articolato, poiché andrebbe ad inficiare la necessaria serenità e tranquillità a chi è bisognoso di cure e a chi, in primis i dipendenti della struttura, si prodigano per rendere meno disagevole il percorso di cura». E infine, «non posso in questo senso acconsentire che la nostra missione, incentrata alla cura e all’assistenza del e al paziente, venga scompaginata da iniziative che esulano da tale mandato». Matteo Pronzini chiede quindi al governo cantonale se condivide le considerazioni del direttore dell’EOC espresse nella lettera citata, se ritiene che il comportamento dell’EOC, in particolare in occasione delle sedicenti porte aperte presso gli ospedali di Bellinzona e Locarno (23 e 30 aprile) sia stato conforme a queste indicazioni, in particolare che l’EOC abbia utilizzato, in queste occasioni, l’ospedale “esclusivamente per le finalità a cui è destinato”, e infine se il governo in vista delle votazioni del 5 giugno non reputa di dover richiamare la direzione dell’EOC ad un comportamento rispettoso del proprio personale e dei pazienti, proprio in applicazione dei criteri ai quali si è richiamato lo stesso direttore dell’EOC.
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