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25.05.2016 - 11:030
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Consiglio di Stato, come intendi agire? Si rischia una crisi sociale»

Michela Delcò Petralli è preoccupata per gli impieghi in BSI e chiede al Governo se ha intenzione incontrare EFG e come intende agire se si presentassero altri casi

BELLINZONA - Come prevedibile, è la BSI e il terremoto che la sta colpendo a tener banco sulla scena politica e mediatica. Dopo quelle di ieri del Partito Socialista e della sezione luganese dell'UDC, oggi arriva una nuova interrogazione, a firma della Coordinatrice dei Verdi Michela Delcò Petralli. Analogamente a molti, si preoccupa per il personale: il procedimento penale e lo scioglimento richiesto dalla FINMA «comporteranno gravi conseguenze sul personale», scrive Delcò Petralli. «Attualmente in Ticino presso BSI sono occupate circa 1'100 persone, il nuovo CEO ad interim Roberto Isolani ha già comunicato che con l’acquisizione prevista da parte di EFG almeno la metà di questi posti di lavoro in Ticino verranno soppressi. Già con la precedente acquisizione da parte del gruppo finanziario brasiliano BTG Pactual sono stati 100 i posti di lavoro soppressi in Ticino. EFG ha già espresso la volontà di trasferire a Zurigo tutte le attività di outsourcing connesse a BSI entro il 2018. La società B-Source SA, a cui si appoggia l’attività di outsourcing della BSI, conta in Ticino 618 dipendenti, molti dei quali a causa di questa transazione perderanno il posto di lavoro». Inoltre, «la piazza finanziaria svizzera e soprattutto quella ticinese fa fatica a riprendersi dalla crisi finanziaria, sarà a questo punto molto difficile ricollocare le persone che perderanno il posto di lavoro entro la fine di quest’anno». Perciò domanda come il Consiglio di Stato ha intenzione di muoversi. Per prima cosa, la Coordinatrice dei Verdi vuole sapere se «è previsto un incontro con i vertici di EFG al fine di valutare se intendono mantenere attive le sedi in Ticino, e se si, quanti saranno i posti di lavoro garantiti. È inoltre previsto da EFG un piano sociale per coloro che verranno licenziati e se si di che tipo?». Poi domanda se «vista la grave situazione che verrà a crearsi prossimamente sul piano sociale per numerose famiglie ticinesi il Consiglio di Stato ha in previsione una strategia per far fronte alla prossima crisi sociale, ed eventualmente di che tipo». «Il Consiglio di Stato ha valutato il grave impatto che comporterà alla già grave situazione finanziaria cantonale un evento di questa portata? E se si, come intende agire?», è la terza domanda. Infine, allargando lo sguardo, «il Consiglio di Stato ha tenuto conto del fatto che potrebbe anche non trattarsi di un singolo caso isolato e che forse in futuro potrebbero avvenire altri avvenimenti di questa dimensione e portata e se si, come intende agire?»
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