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28.08.2016 - 22:510
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Quelle sei misure non s'hanno da fare. «Se le togliete firmiamo un rapporto favorevole»

I socialisti comunicano la loro intenzione di accettare la manovra ma solo se si rinuncerà ad alcuni punti, in politica sanitaria e sociale, giudiziaria e di sostegno alle zone periferiche, per circa 18 milioni

BELLINZONA - Il PS è pronto a firmare un rapporto favorevole alla manovra da 180 milioni elaborata dal Consiglio di Stato, a patto che da essa vengano tolte sei misure, per un totale di circa 18 milioni di franchi, che vanno a toccare settori indispensabili secondo il partito. Per quanto concerne la politica sanitaria e sociale, «la manovra contiene quattro misure in ambito sociale e sanitario che rappresentano un reale, per non dire ulteriore, attacco al ceto medio-basso della popolazione. Il PS Ticino chiede di rinunciare alla modifica delle soglie d’intervento per gli assegni integrativi e di prima infanzia: una misura, questa, che causerà l’indebolimento della politica familiare. Si chiede invece di mantenere un aumento degli aiuti agli asili nido, nell’ottica di una politica familiare attiva, visto che si tratta di un bisogno richiesto dalla società attuale. Si chiede che si rinunci a ulteriori risparmi sui sussidi cassa malattia, al contributo giornaliero di 16 franchi richiesto ai beneficiari dei servizi di assistenza e di cura a domicilio, e all’abolizione dei 120 giorni aggiuntivi di indennità disoccupazione rinforzando la possibilità di accedere a delle misure attive durante questo periodo». In tema di politica giudiziaria, il PS vuole che «la riduzione dei giudici dei provvedimenti coercitivi, ovvero da 4 a 3, venga stralciata. Infatti questa misura produrrà l’indebolimento del sistema giudiziario ed è stata contestata anche dal Consiglio della magistratura». Riguardo la politica di sostegno alle regioni periferiche, non piace «la riduzione dei contributi di localizzazione geografica a sostegno delle regioni periferiche. Se venisse accertato che ci sono dei paradisi fiscali tra chi percepisce questo tipo di contributo, il Partito Socialista chiede che venga proposta una modalità di ripartizione interna differente». Dove recuperare i soldi che mancherebbero? Secondo l'ottica socialista, dai ceti alti. «Proponiamo di individuare e ricercare parte del denaro, in analogia all’inasprimento della politica familiare e aiuto alla riduzione dei premi di assicurazione malattia, là dove le deduzioni fiscali sono mascherate nelle vesti di politica sociale, ma che sono in realtà dei regali concessi alle fasce più alte della popolazione sotto forma di sgravi». Infine, non c'è fiducia nel Governo, vista «l’incapacità ricorrente da parte di utilizzare completamente l’ammontare previsto per investimenti», per cui si chiede «la valutazione di un aggiornamento delle voci previste a gestione corrente quali interessi passivi, ammortamenti e spese di gestione»
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