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18.02.2017 - 12:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Morisoli e Pamini, "12 misure fiscali per rendere il Ticino un cantone attrattivo"

Per i due deputati di AreaLiberale, c'è bisogno di una riforma fiscale, a 14 anni dall'ultima. "Non abbiamo atteso il voto, infatti la nostra soluzione è già pronta in forma di iniziativa elaborata"

BELLINZONA - Da 15 anni il Ticino non conosce una riforma fiscale, e secondo AreaLiberale i tempi sono maturi. Così, dopo la bocciatura della Riforma III delle imprese, Paolo Pamini e Sergio Morisoli hanno presentato un pacchetto di 12 misure, scegliendo "la forma dell’iniziativa parlamentare elaborata per dare al Consiglio di Stato, alla Commissione tributaria e al plenum del Gran Consiglio una base concreta sulla quale lavorare". Le misure toccano un po' tutte le categorie di persone. A partire dai proprietari di case, che vanno secondo i due deputati protetti, "a tassazione della sostanza può pure essere limitata, in particolare quando l’imposta sulla sostanza supera un quinto di quanto la stessa sostanza genera". Per quanto concerne gli imprenditori, "che intendono lasciare gli utili a disposizione della propria società e che oggi sono obbligati a versarsi un dividendo solo per pagare l’imposta sulla sostanza, che diventa confiscatoria e che sottrare risorse all’impresa", questa misura li sgrava. Per gli artigiani ed i liberi professionisti che terminano la loro attività lucrativa e sono spesso chiamati a pagare enormi imposte sul reddito, "proponiamo di applicare anche in Ticino il trattamento privilegiato già previsto per l’imposta federale diretta". Il Ticino deve essere attrattivo per i grandi contribuenti, "proponiamo di limitare al 13% la tassazione massima dei redditi delle persone fisiche, che oggi può superare il 15%. Le deduzioni sociali andrebbero inoltre garantite solo ai residenti in Svizzera, che fanno fronte ad un maggiore costo della vita". Viene menzionato anche il tema dell'uscita dai privilegi fiscali, data la decadenza degli statuti speciali: "abbiamo studiato un meccanismo di uscita dai privilegi fiscali che permette alle società un carico fiscale ridotto anche oltre 10 anni pur contribuendo al Cantone ogni anno e importi maggiori di quanto facciano oggi. Riteniamo che in questo modo si possano mantenere in Ticino importantissime realtà dall’alto potenziale, come i negoziatori di materie prime oppure le società del polo della moda". Inoltre, spiegano Morisoli e Pamini, "proponiamo di fissare nel testo di legge la modalità di calcolo del capitale proprio occulto applicando la prassi pubblicata dall’Amministrazione federale delle contribuzioni. Desideriamo creare certezza giuridica e chiarezza nella pianificazione finanziaria del Cantone e dei contribuenti fissando nella Legge tributaria un abbassamento progressivo dell’aliquota sull’utile dall’attuale 9% al 5% sull’arco di 8 anni (ossia dal 2018 al 2025). Prestiamo una particolare attenzione alle successioni aziendali, in questi anni di cambio generazionale, ed inseriamo nella Legge tributaria una precisazione in merito alle ristrutturazioni che permette a chi lo desidera di evitare ripetute iscrizioni nel Registro fondiario o nel Registro di commercio, senza per questo alterare il trattamento fiscale dell’operazione. Come già fanno ben 12 Cantoni da quasi dieci anni, proponiamo di sgravare la aziende computando l’imposta sull’utile nell’imposta sul capitale, che diventerebbe così una sorta di imposta minima. Da ultimo, promoviamo la certezza giuridica nell’imposizione delle persone fisiche commerciali e delle persone giuridiche dando loro il diritto di reclamare contro una tassazione anche se il reddito o l’utile imponibile è pari a zero; pensiamo in particolare a dispute sull’ammontare delle perdite riportate anche se in un determinato anno non si debbano pagare imposte". L'impatto finanziario, spiegano i due, sarebbe moderato. Ma perché al Ticino serve una nuova riforma fiscale? In dieci punti, Pamini e Morisoli tentano di far comprendere le loro motivazioni: "1) È adesso il momento giusto per lanciare dopo 14 anni un nuovo pacchetto equilibrato di sgravi fiscali. Il gettito è cresciuto enormemente e la pressione fiscale rimasta invariata da oltre un decennio ha prodotto molte più entrate di quelle previste, e la pressione fiscale accentuata con le nuove misure porta la politica fiscale fuori rotta. Ora, prima che sia troppo tardi, bisogna toglier un po’ di pressione in modo mirato e ragionato. 2) Non è solo la Riforma III bocciata in Svizzera ma accettata in Ticino a farcelo fare. Le casse dello Stato sono strapiene, contrariamente a ciò che affermano con la solita cantilena delle casse vuote i socialisti e gli statalisti distribuiti in tutti i partiti. Questi vogliono solo più soldi per spendere di più. 3) La politica fiscale cantonale, come purtroppo da oltre 10 anni è stato fatto, non può dipendere ed essere solo reazionaria alla politica fiscale della Confederazione. 4) Il federalismo è forte solo se le fiscalità cantonali possono sfruttare tutto il loro margine di libertà tecnica e la loro sovranità decisionale nei confronti della realtà e delle peculiarità locali. 5) AreaLiberale non ha atteso il voto di domenica sulla Riforma III per sviluppare un “Piano B”: da tempo ci sta lavorando ed era uno degli obiettivi finanziari di Legislatura; per questo a soli 5 giorni dal voto siamo già pronti. 6) Il pacchetto, certo, sarebbe stato un po’ diverso se la Riforma II fosse passata; ma nel complesso è una risposta: concreta, necessaria, tempestiva e indispensabile che occorreva attuare anche prima di oggi. 7) Nel rispetto del metodo di lavoro di AreaLiberale (art. 3 e 5 Statuti): cioè quello di sfruttare il buono che si può trovare anche in altre proposte quando queste sono dimenticate o abbandonate o ostacolate, la proposta oltre ai nostri obiettivi contiene anche parzialmente ciò che di buono abbiamo individuato in alcuni tentativi falliti o bloccati di riforma fiscale precedenti. 8) La forma dell’Iniziativa Elaborata (IE), l’abbiamo scelta per accelerare i tempi decisionali e per dimostrare l’alta professionalità fino nei dettagli tecnici e giuridici che stanno dietro alla proposta. 9) In poche parole, se la politica, i partiti e le organizzazioni economiche vogliono davvero e seriamente fare, secondo noi indispensabili e necessari, sgravi fiscali come si è letto e sentito a caldo nel dopo voto di domenica scorsa, non hanno più scuse o alibi artificiali: se vogliono possono e devono decidere in fretta di attuare le proposte equilibrate, efficaci e ed efficienti di questo pacchetto confezionato “pronto all’uso”. 10) Da ultimo il risanamento delle finanze dello stato che a noi sta molto a cuore, può essere raggiunto con un sano e ragionevole principio di parsimonia: dare meno soldi allo Stato per costringerlo a spenderli meglio. Insomma, i due deputati vogliono che il Ticino possa divenire un Cantone attrattivo a livello fiscale, e propongono un menù di fatto già pronto. Il Governo proverà a mangiarlo?
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