Sono ritenute indispensabili per “allinearsi alla media svizzera, per salvaguardare il substrato fiscale e per favorire l’innovazione e nuovi posti di lavoro qualificati”. Ne beneficerebbero, sono convinti i Ministri, le famiglie (toccate soprattutto dalle misure sociali, che appunto per il Governo sono interconnesse), i cittadini-contribuenti e le aziende. Le misure stesse, ha spiegato Vitta, “nascono dall’esigenza di riformare il quadro normativo cantonale a fronte dei rapidi cambiamenti fiscali in atto. A livello internazionale, dallo scambio d’informazioni (automatico, spontaneo e su richiesta), dal progetto BEPS e dalla politica fiscale aggressiva di alcuni Stati, mentre a livello federale dall’impegno con l’UE per abolire gli statuti speciali cantonali, dalla bocciatura popolare della Riforma III delle imprese, dal Nuovo Progetto fiscale 17 e dall’accresciuta concorrenza fiscale intercantonale “. Il Ticino è infatti uno dei cantoni più onerosi dal punto di vista fiscale, si piazza per esempio al 18esimo rango per quanto concerne l’imposta sul capitale. Il gettito fiscale è ritenuto troppo fortemente concentrato.