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27.01.2016 - 07:550
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Riprendere le armi», i post da brivido di un sergente della Polizia cantonale

Post razzisti, inneggianti al fascismo e al nazismo. La denuncia di gas.social, «che tipo di protezione può garantirci quest'uomo?»

BELLINZONA - «Piazza pulita!! Espulsioni di massa!! Ripristino dei controlli serrati alle frontiere, abolizione di Schengen e ritorno ad un'Europa disunita!! E ognuno a casa propria!! Gialli con gialli, neri con neri e musulmani con musulmani!! D'altronde se Dio ha creato continenti e razze un motivo c'era!! Non esiste multiculturalità e integrazione con certe etnie!! Abbiamo fallito carissimi sinistroidi!! Siamo in guerra!!». Il tutto corredato da una foto di una parata militare nazista, con la scritta "il dovere è uno solo, riprendere le armi!! Usque ad finem". Questo il contenuto di uno degli inquietanti post su Facebook, che travalicano la libertà d'espressione e sfociano nel razzismo e nel fascismo, di tale Edy Imperiali. Un sergente della polizia cantonale ticinese. A denunciare il "personaggio" è il portale gas.social. In altri post il poliziotto pubblica senza problemi immagini di Hitler e Mussolini, inneggiando al nazismo e al fascismo. «La soluzione!! L'unica per questi maiali», scrive riferendosi agli immigrati. «E se un giorno vostro figlio manifestasse contro il raddoppio del Gottardo e si trovasse di fronte quel sergente? E se vostro figlio non avesse tratti ariani? E se fosse fermato in polizia, trovandosi di fronte questo tutore dell'ordine che lo interroga, pensando che è un pericoloso sinistroide spalancatore di frontiere e buonista?», si chiede il portale. «Che tipo di protezione può garantirci quest'uomo? Che modello di ordine ha in mente se i suoi ispiratori sono questi?». Il caso riapre senza dubbio la questione della presenza di estremisti all'interno delle forze dell'ordine. Così come già da qualche anno l'esercito svizzero esclude pregiudicati ed estremisti, la questione probabilmente andrebbe affrontata anche all'interno della polizia. E sul caso specifico, conclude il gas.social, «chiediamo ora adesso e pubblicamente, con urgenza, al Ministro Gobbi e al capo della polizia Cantonale di darci delle risposte». [nggallery id=93 images=99]
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