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18.03.2016 - 13:470
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Fabio Schnellmann, «la mia ricetta per il lavoro in Ticino»

In attesa dell'applicazione del 9 febbraio, per il deputato PLR bisogna fare qualcosa. «Rallentiamo i rinnovi dei permessi ai frontalieri e paghiamo gli oneri sociali di un neo assunto locale»

BELLINZONA - Fabio Schnellmann, granconsigliere PLR e candidato al Municipio di Lugano, scrive una lettera aperta a Vitta e Gobbi sul tema lavoro, avanzando anche una sua proposta. «Siamo quotidianamente confrontati con persone disperate che non chiedono altro che poter lavorare; richiesta più che legittima», scrive, parlando di 5000 disoccupati nella sola Lugano, 18'000 in Ticino. Il potenziale per farle lavorare, però, ci sarebbe, «per tutti ed in quasi tutti i settori; prova ne è che giornalmente le nostre ditte, le nostre aziende e ora pure i nostri uffici e le nostre banche vengono invase quotidianamente da oltre 60'000 lavoratori provenienti da oltre confine. Siamo coscienti che non è un’equazione semplice: limitare a 42’000 i frontalieri = ticinesi tutti occupati. Sarebbe troppo bello!» Dunque, l'idea di Schnellmann è una collaborazione fra i Dipartimenti diretti da Vitta e Gobbi (Finanze e Territorio) "affinché si vigili e si intervenga su quei casi di richiesta o di rinnovo di permesso di lavoro di frontalieri (permesso G) in posizioni ove abbiamo molti disoccupati ticinesi». La libera circolazione, infatti, impedisce di non concedere nuovi permessi, ma essi possono essere rallentati: «vanno valutati i singoli casi, vanno contattate le singole aziende che fanno richiesta di frontalieri pur coscienti che vi sono ticinesi disoccupati, e queste aziende vanno sensibilizzate, indirizzate ed eventualmente aiutate». Come? Per esempio, «un aiuto concreto potrebbe essere questo: che l’ente pubblico paghi all’azienda - per esempio per il primo anno - gli oneri sociali all’assunto ticinese. Verrebbe così sgravata da importanti contributi, con l’opportunità di testare ed apprezzare l’operato del lavoratore locale; non sarebbe inoltre un costo aggiuntivo per le casse dello Stato che non dovrebbe più versare indennità di disoccupazione. Dopo un primo anno si potranno fare i primi bilanci e valutare i risultati dell’operazione». «La mia proposta va letta nel solco della battaglia che il Ticino ha già avviato, e vi ringrazio di cuore per l’impegno dato, per ottenere la clausola di salvaguardia, limitando in certi settori e a certe condizioni il numero di permessi per frontalieri. Ma nell’attesa che i postulati del “9 febbraio” trovino applicazione credo ci si debba muovere anche su altri fronti», conclude il deputato liberale.
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