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12.08.2016 - 12:360
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Usano i dati SECO per farsi belli. Non accontentiamoci delle briciole». Marchesi e la vittoria di Pirro

Il presidente dell'UDC torna sui dati relativi alla disoccupazione. «Tutti sanno che vanno usati anche quelli ILO: lì le persone che non hanno lavoro sono il 10%. Se ai politici va bene così, dove traghettano il Ticino?»

BELLINZONA - Una vittoria di Pirro, la definisce Piero Marchesi, presidente dell'UDC. O meglio, i numeri SECO utilizzati per rendersi belli agli occhi dell'opinione pubblica, ignorando quelli ILO. «In Ticino il Ministro Christian Vitta si rallegra perché la disoccupazione nel Cantone è scesa al di sotto della media nazionale, gli fa eco anche il PPD Fabio Regazzi (rappresentante anche di AITI). Con quest'ultimo posso solo concordare sul fatto che in Ticino ci sono anche molte aziende che operano in modo corretto e che creano occupazione. Ma tant'è, nella loro funzione capisco bene che si possa anche gioire ma bisogna essere oggettivi e in questo caso loro non lo sono affatto stati», scrive Marchesi in una nota giunta in redazione. Appunto, non sono stati oggettivi a suo modo di vedere, ma «sono incappati in una vittoria di Pirro, un modo di pensare che porterà non solo loro alla sconfitta ma l'intero cantone. Ormai tutti sappiamo che i dati ILO, quelli che contemplano anche le persone in assistenza e che sono alla ricerca di lavoro (pur non essendo iscritti alla disoccupazione) sfiorano il 10%. Sappiamo tutti che molte persone che hanno diritto alle indennità di disoccupazione non si iscrivono più agli URC». «Non capisco come mai la Sezione del lavoro si incaponisca ad utilizzare solo i dati pubblicati dalla SECO». Ma è una domanda retorica, perché Marchesi si risponde. «O meglio, lo si può capire: usano i dati SECO perché fanno comodo, si fanno belli mettendo le fette di salame sugli occhi di chi legge dando loro una falsa speranza. Usando solo le cifre estrapolate dalla SECO è come se il lavoro fosse fatto a metà». «Se ad alcuni politici questo va bene mi chiedo dove vogliono "traghettare" il nostro Paese nei prossimi anni, forse in acque molto agitate?», attacca velatamente la politica. Anche i dati della diminuzione dei frontalieri sono, per Marchesi, specchietti per le allodole, dato l'aumento vertiginoso dal 1996 in poi. E invita di nuovo a votare sì a "Prima i nostri". «Non accontentiamoci dunque delle briciole come hanno fatto Vitta e Regazzi, esultando per dei dati "falsati", ma cerchiamo veramente di fare qualcosa di concreto e importante. Il prossimo 25 settembre, votiamo dunque "Prima i nostri" per far sentire la voce del popolo ticinese, stufo di questa situazione e preoccupato soprattutto per il futuro lavorativo dei propri figli».
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