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25.05.2020 - 16:300

Cavalli: "Boccio Cassis, meglio Bellinzona di Berna. Ne escono bene De Rosa e Vitta, anche l'informazione"

L'oncologo se la prende col Consigliere Federale ticinese ("è scandaloso che un ex medico cantonale sia stato il primo a chiedere un’immediata ripresa delle attività economiche"), pensa che la sanità privata sfrutterà il momento. E le mascherine...

BELLINZONA – Franco Cavalli dà i voti, attraverso un’intervista rilasciata ad Area Online. Promuove l’informazione e il Governo ticinese, che a suo avviso ha fatto meglio di quello federale, dove ha apprezzato Berset e ha bocciato sonoramente Cassis.

“All’interno del Consiglio federale ci sono state maggiori spaccature e scontri molto violenti. Alain Berset ha dimostrato ancora una volta la sua intelligenza e ha capito la situazione, i due rappresentanti dell’UDC hanno invece fatto di tutto per limitare al minimo gli aiuti economici e spinto per riaperture rapide, Keller-Sutter l’ho vista poco brillante. Quello che è uscito peggio è sicuramente Ignazio Cassis, perché è scandaloso che un ex medico cantonale sia stato il primo a chiedere un’immediata ripresa delle attività economiche, quando ancora nemmeno l’UDC si spingeva tanto in avanti”, ha detto. “Il Governo ticinese se l’è cavata meglio”.

Buona anche l’informazione, nel nostro cantone. “L’unico punto in cui secondo me si è “mentito” è quello riguardante l’utilità della mascherina. Siccome vi era carenza, se ne è sottovalutata l’importanza e si sono esaltati i limiti (pur reali). Il Ticino è probabilmente uno dei cantoni in cui si conosce meglio la verità, perché sin dall’inizio (con una serie di controlli incrociati) è stato possibile conteggiare anche i decessi avvenuti nelle case anziani e a domicilio. Il che è anche uno dei fattori che spiega il più alto tasso di mortalità rispetto ad altre parti della Svizzera”.

La sanità ha tenuto bene, nonostante qualche timore iniziale, e ricorrere a una partnership pubblico-privato a suo avviso è stato inevitabile. “Siamo stati obbligati a questa collaborazione perché siamo il cantone che ha di gran lunga il più gran numero di letti acuti nel settore privato: 45% circa contro il 10-15 a livello nazionale. Sono sicuro che il privato cercherà di approfittare della visibilità avuta, ma d’altra parte ho l’impressione che si riuscirà a resistere. Del resto, il fatto che la collaborazione abbia funzionato bene, dimostra che non è necessario creare società anonime tra pubblico e privato, come voleva quella legge”. E questo potrebbe avere per Cavalli rivolti politici: “Il privato e sfruterà il fatto che a capo del Dipartimento della sanità e della socialità vi sia Raffaele De Rosa (con Vitta, il consigliere di Stato uscito meglio durante questa crisi), che ha legami con il settore privato ancora più stretti di quelli che aveva il suo predecessore Beltraminelli”.

E l’OMS? Mal vista da molti, ma promossa tutto sommato dall’oncologo ticinese. “Da un lato ha pochi soldi perché i governi gliene danno pochi e si deve appoggiare a privati come Bill Gates, il quale spesso ha un ruolo importante (per esempio nel limitare gli investimenti nelle terapie oncologiche che lui non reputa prioritari); dall’altro il suo funzionamento è reso macchinoso dalle lotte politiche tra i paesi che vi fanno parte. Ne risulta una struttura debole, in generale. Ma in questa emergenza, tenuto conto di questo e del fatto che le incertezze iniziali erano dovute all’incompletezza delle informazioni provenienti dalla Cina, non se l’è cavata male”.

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