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La finestra sul cortile
15.09.2022 - 17:240
Aggiornamento: 22.09.2022 - 15:38

Un dolce delitto si compie ogni estate nelle gelaterie del Verbano (e non solo…)

Cari gelatai, una prece per voi: smettetela di violentare il gelato con lo zucchero!

di Ottilia Markus

Passeggi in città in un pomeriggio d’estate. In giro per compere o a zonzo, non fa differenza. Fa caldo. Vuoi rinfrescarti. Hai sete, e non avendo pranzato ti è venuto anche un certo languorino. Idea! Ci facciamo un bel cono gelato! E qui inizia il dilemma: dove lo prendiamo, il gelato? Qui? No, guarda il colore, si vede lontano un miglio che sono fatti con preparati artificiali. Là? Hmmm, due anni fa non era male, ma l’anno scorso l’ho trovato peggiorato, dolciastrissimo. Eppure, c’è sempre la fila. Bah, vai a capire. Uh, guarda un po’! Questa gelateria qui mica c’era, sarà nuova? Sembra carina, entriamo un po’. Ed è così che, riacquistata la speranza, varchi la soglia e poco dopo, dietro modico esborso di franchi 5 e 50, ne esci trionfante, reggendo una coppetta da due gusti con tanto di cucchiaino e biscottino: yummy! Ma il momento di goduria dura ben poco, ahimé. Assaggi il cioccolato - fondente -: passabile, mi aspettavo di meglio. Ora, la nocciola; gusto neutro, non te lo aspetti per nulla dolciastro, manco avessi preso il puffo, la violetta o il malaga, che se non ami il dolce alla follia ne stai lontano chilometri. Ebbene, zucchero puro. Un attacco di diabete fulminante, poco ci manca che si debba andare al pronto soccorso a farsi somministrare l’insulina. Scherzi ed iperboli a parte, per chi è particolarmente sensibile ne segue un malessere persistente, con nausea ed emicrania. Il che potrebbe essere anche indice della presenza di conservanti o additivi chimici, malgrado le insegne promettano, ormai pressoché ovunque, “Gelato artigianale”, quando non “Gelato Bio”. Che, anche qui, bisognerebbe capire cosa significa realmente, gelato bio, oltre al fatto che te lo fanno pagare di più.

Ora, la domanda sorge spontanea, non senza una certa indignazione: Cari gelatai, ma perché violentate i gelati con lo zucchero? Che bisogno c’è di aggiungerne altro, e perdipiù ad libitum, quando è già presente nella materia prima?               

È risaputo che lo zucchero allunga il tempo di conservazione del gelato, ma non è meglio rifarlo più spesso e ricevere una buona pubblicità? La città in questione potrebbe essere una o l’altra, poco conta. Ovunque ci sia capitato di transitare, entro o oltre il confine, nelle principali località del Verbano, ma anche nel Sottoceneri, non si riesce a trovare un gelato che non sia eccessivamente dolce. E lo stesso si potrebbe dire per la pasticceria, salvo rarissime eccezioni. Va bene, sarà che a casa nostra si predilige il salato. E che non siamo ghiottoni, né tantomeno di bocca buona. Anzi, magari siamo un tantino schizzinosi. Transeat. Ma è possibile che vi sia una tale e diffusa diseducazione al gusto? 

Eppure c’è sempre la fila… Bah, vai a capire.

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