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Cronaca
16.09.2015 - 08:000
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Giovani socialisti all'attacco, «più controllo non porta a più sicurezza, ma limita la privacy»

I giovani socialisti svizzeri pronti a lanciare un referendum se passasse al Nazionale la nuova Legge sul servizio informazioni della Confederazione. «Se ne è parlato poco, ma verrebbe messo in atto una sorta di servizio segreto in salsa elvetica»

BELLINZONA - La privacy è data per scontata, tanto che il Capoverso 13 della Costituzione svizzera recita: «Ognuno ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, della sua abitazione, della sua corrispondenza epistolare nonché delle sue relazioni via posta e telecomunicazioni». Il Consiglio Nazionale è a un passo dall'accettazione della nuova Legge sul servizio informazioni della Confederazione, che sarà probabilmente discussa il 25 settembre. «La legge in questione intende espandere enormemente le competenze dei servizi informativi della Confederazione, una sorta di servizio segreto in salsa elvetica. Insomma, quest’ultimi in futuro dovrebbero poter, senza un controllo davvero efficace, intrufolarsi nelle camere da letto delle sue cittadine e dei suoi cittadini e spiarne le attività informatiche e telematiche», ci spiega Giona Rinaldi, membro di comitato della GSS e coordinatore intercantonale della GISO. Del tema in Ticino si è parlato pochissimo, e su cui i Giovani Socialisti Svizzeri desiderano, in caso di accettazione della legge, lanciare un referendum. «La nuova legge metterebbe in pericolo la neutralità svizzera, dal momento in cui la collaborazione con i servizi segreti verrà ufficialmente permessa, dato quindi la possibilità alla Svizzera di esercitare ancor più forti ingerenze sui governi di stati poco influenti», motiva Rinaldi. «La minaccia terroristica è sempre più utilizzata quale pretesto atto a giustificare tali massicce intrusioni nella sfera privata della popolazione, malgrado, secondo gli esperti in materia, il rischio di terrorismo non sia aumentato contrariamente a  quanto accade invece per altre tipologie di criminalità interne». Nell'ultima stesura, è stato introdotto un organo di controllo indipendente delle attività dei servizi informatici, non prevista nelle precedenti, ma per i giovani socialisti non è ancora sufficiente. «Più controllo non porta necessariamente a più sicurezza», prosegue Rinaldi, citando gli attacchi terroristici subiti da USA e Gran Bretagna, che usano un controllo massiccio, «ma porta a una perdita di libertà e a un indebolimento dei diritti fondamentali». Infine, «l'attività informativa non presupporrebbe un sospetto concreto e solido della persona oggetto della sorveglianza», con altre conseguenti limitazioni dei diritti e attacchi alla privacy. Dunque, la GISO ritiene fondamentale combattere in modo convinto la legge, per tutelare libertà, diritti fondamentali e privacy di tutti i cittadini e le cittadine.    
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