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Cronaca
24.05.2016 - 11:430
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

«Quattro settimane flessibili, per immergersi nel nuovo ruolo di padri»

Travail.Suisse ha lanciato una raccolta firme per il congedo paternità, bocciato di recente del Parlamento. Il sindacato Syna spiega i motivi per cui aderire: il sistema proposto tiene conto anche alle esigenze dei datori di lavoro

BERNA - Il Parlamento boccia il congedo paternità? E allora ci si ritenta, con una raccolta firme. L'ha lanciata quest'oggi Travail.Suisse, in collaborazione con oltre 140 associazioni e alcuni deputati. Fra di essi non figura il pipidino grigionese Matin Candinas, autore del testo bocciato qualche settimana fa. «L’iniziativa popolare prevede la possibilità di percepire il congedo di paternità in modo flessibile e pianificabile nel primo anno dopo la nascita del bambino. Questa soluzione consente le più disparate opzioni di fruizione e tiene in considerazione le diverse esigenze sia dei lavoratori che dei datori di lavoro», scrive in un comunicato il sindacato interprofessionale Syna, che sostiene la raccolta firme, assumendosi anche un onere importante: «quale maggiore organizzazione affiliata a Travail.Suisse, con quasi la metà delle firme richieste avrà anche una responsabilità preponderante nella riuscita dell’iniziativa. Il sindacato interprofessionale Syna si impegna con convinzione a favore di questo congedo di paternità lungimirante e atteso da molto tempo. Affinché i lavoratori dispongano di momenti preziosi per immergersi nel loro nuovo ruolo di papà». Si diventa papà, sottolinea la nota, mediamente una sola volta nella vita. «La legge non tiene sufficientemente in considerazione questo evento così speciale che rivoluziona, a dir poco, l’esistenza dei diretti interessati. Il numero di imprese che tengono adeguatamente conto di questa svolta nella vita dei loro impiegati è ancora troppo esiguo. Soltanto i lavoratori con un reddito elevato possono permettersi un congedo dal lavoro. Come sindacato interprofessionale, Syna vanta una pluriennale e alquanto amara esperienza di contrattazione delle regolamentazioni riguardanti il congedo di paternità nei contratti collettivi di lavoro. Perfino nei rami professionali con un’elevata creazione di valore il successo è limitato e spazia generalmente da un solo a cinque giorni di congedo». Manca manodopera specializzata in svariati settori, e secondo Syna nulla si fa per rendere le professioni più attrattive per padri e madri. Anzi, «alle lavoratrici e ai lavoratori si chiede molto ad ogni livello e in ogni settore professionale. L’intensità e la mole sono talmente ampie che secondo l’indice sullo stress del lavoro (Job Stress Index) oltre un quinto delle persone attive è stressato ed esaurito. Questa situazione di particolare pressione è uno spreco per l’economia aziendale e pubblica e avvelena l’impegno famigliare. Di fatto, una regolamentazione partecipativa dell’impegno professionale e famigliare non solo è essenziale per la relazione di coppia e con i figli, ma a fronte di soluzioni soddisfacenti ha anche effetti positivi sull’impegno lavorativo, stabilizzandolo e incrementando la motivazione». Il congedo sarebbe finanziato, al pari di quello di maternità, dalle IPG, e secondo i calcoli, costerebbe annualmente 380 milioni di franchi, corrispondono all’incirca a un aumento unico dello 0,1% della massa salariale: briciole, insomma. Per il sindacato, inoltre, «questo congedo di paternità legale di quattro settimane armonizza e migliora le soluzioni CCL insoddisfacenti. Sostiene inoltre i lavoratori con redditi bassi ad ottenere un reale congedo di paternità. A beneficiarne sarà, inoltre, anche quel 50 percento di papà attualmente impiegati in un settore non sottoposto ad alcuna regolamentazione collettiva».
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