Egregio Signor Gobbi, direttore del Dipartimento delle Istituzioni, All’inizio di questa estate è stato reso pubblico che la polizia cantonale zurighese ha acquistato e fatto uso a più riprese di software-spia (tipo: cavallo di Troia). Ha cominciato a circolare un’informazione secondo la quale –in seguito a un aggiornamento - il software Galileo potrebbe essere nuovamente operativo. In seguito allo scandalo zurighese, non si può escludere che anche altri cantoni abbiano fatto uso di software di questo tipo. Le poniamo, quindi, alcune domande riguardanti la sicurezza di Stato, alle quali ci auspichiamo il suo dipartimento possa fornire una risposta. 1. E’ già stato fatto uso di strumenti simili dallo Stato del Canton Ticino? Se sì, quante volte? Su che base legale? Sussisteva un sospetto concreto o si è trattato di operazioni a scopo prettamente preventivo? 2. Quante persone sono impiegate presso la polizia cantonale ticinese che si occupano della sicurezza di Stato? Quante persone erano impiegate dieci anni fa presso la polizia cantonale ticinese che si occupavano della sicurezza di Stato? Come si spiega tale evoluzione? 3. Ci sono impiegati che svolgono contemporaneamene mansioni per la polizia cantonale ticinese e la sicurezza dello Stato? Se sì, quanti? 4. Esiste un organo preposto al controllo delle attività di sicurezza di Stato nel Canton Ticino? Se sì, come funziona? Se no, non lo ritiene necessario? Confidando in un suo riscontro, cogliamo l’occasione per porgerle i nostri più Cordiali Saluti Per la Gioventù Socialista Ticino Lisa Boscolo, Giulio Bozzini, Lydia Joray, Fabrizio Sirica (Candidati al Consiglio Nazionale per la GISO) eGiona Rinaldi (Membro di Direzione GSS)