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28.01.2016 - 00:320
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il terzo salame europeo…

Sinue Bernasconi, membro GLRT

Nonostante il traffico stradale sia destinato ad aumentare del 50% entro il 2030, Leuthard ci consiglia caldamente di costruire una seconda galleria autostradale al San Gottardo. È per il nostro bene e per la nostra sicurezza, dice. La promessa è che colonne e traffico pesante in transito non aumenteranno. In realtà, il sostegno al Raddoppio (camuffato da progetto di risanamento) sarebbe estremamente pericoloso per la mobilità e la vivibilità nel nostro Cantone. Lo confermano svariati esperti, come Markus Maibach, economista dei trasporti, secondo cui il Raddoppio provocherebbe lo spostamento del 30% dei mezzi pesanti transitanti oggigiorno dal Brennero sull’asse del Gottardo. In termini assoluti, si tratterebbe di quasi 600’000 camion in più al Gottardo “provenienti” dal solo Brennero. Un altro recentissimo studio dimostra addirittura che, anche in caso di mantenimento di una sola corsia per senso di marcia, si potrebbe passare dalle 1’000 unità-veicolo per ora e direzione attuali a 1’500 in settimana e 1’700 nei fine settimana (Hartmann, 2016). Concretamente, ciò significherebbe che negli orari di punta avremmo colonna da Rivera a Chiasso! Tranquilli però, Leuthard e paladini del Raddoppio ci rassicurano: “Costruendo un secondo tunnel autostradale il traffico non aumenterà”. Promessa che nessuno potrà mantenere, nemmeno una Consigliera federale dato che 1) quando sarà inaugurata la galleria Leuthard sarà probabilmente uscita dalla scena politica e 2) gli accordi bilaterali siglati con l’UE c’impediscono d’introdurre una qualsiasi limitazione quantitativa al traffico, anche qualora i flussi veicolari fossero molto importanti e imprevisti. Le promesse della Consigliera vanno quindi semplicemente oltre quelle che sono le sue effettive possibilità di non disilludere coloro che le accorderanno fiducia. Non una scena nuova in realtà. Nel 1980, all’inaugurazione della galleria autostradale del Gottardo, l’allora Consigliere federale Hürlimann dichiarò solennemente: “Questo tunnel non è un corridoio per il traffico pesante”. La realtà è che dall’81 al 2000 il numero di automezzi pesanti non fece che crescere di anno in anno, per poi stabilizzarsi a partire da inizio terzo millennio per via dell’apertura progressiva ai camion da 40 tonnellate. Nel 2014, ancora 758’000 camion hanno varcato la galleria autostradale del Gottardo (di cui il 70% immatricolati all’estero). La storia si ripete, sempre, se non s’impara la lezione. Sta dunque a noi, cittadini, tutelarci dalle seducenti promesse che ci propinano taluni politici per orientare il nostro giudizio e, soprattutto, per influenzare il nostro voto. Dobbiamo proteggerci. Noi stessi, la nostra regione e chi vi abiterà dopo di noi. Nessuno lo farà al nostro posto quando ve ne sarà bisogno: né le associazioni economiche, né tantomeno l’UE, i cui Paesi (vedi Austria e Francia) sono già occupati nel disperato tentativo di ridurre il traffico pesante sul loro territorio per farlo passare altrove. Un sì al Raddoppio equivale a porre la basi per un potenziale raddoppio del traffico. Sappiamo (ce lo dice il rapporto “La mobilità in Ticino nel 2014” pubblicato dal Dipartimento del territorio) che il 73,5% delle merci che passano dalla galleria autostradale del Gottardo sono soltanto in transito dalla Svizzera (il 13,7% corrispondono al traffico interno mentre il 12,9% a Import-Export). Eppure la Costituzione (art. 84, cpv. 2) lo dice chiaramente da oltre vent’anni: “Il traffico transalpino per il trasporto di merci attraverso la Svizzera avviene tramite ferrovia”. Quando abbiamo intenzione di concretizzare quanto sta scritto nella nostra Magna Charta e di aumentare così la sicurezza sulle nostre strade (Gottardo compreso)? Quanto tempo pensiamo di aspettare prima di prendere sul serio il problema dell’inquinamento atmosferico che uccide, in Svizzera, oltre quindici volte tanto che la strada? Quanto traffico abbiamo ancora bisogno prima di renderci conto che la qualità di vita in Ticino sta nettamente peggiorando?flussiNell’immagine vedete rappresentati i flussi europei del traffico pesante. Due “salamotti” saltano subito all’occhio: corrispondono ai camion transitanti dal Fréjus e dal Brennero. Nessuno di noi vuole – io spero – che il Ticino diventi il terzo salame europeo. Ne va della salute, della mobilità e della qualità di vita nostre e delle future generazioni!Sinue Bernasconi, membro Giovani liberali radicali ticinesi (GLRT)
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