TRIBUNA LIBERA
Cotti e quel matrimonio che s'ha da fare. "Siamo i secchioni che fanno i compiti per gli amici ma nessuno invita a ballare"
Il candidato al Nazionale è a favore di una alleanza di centro in Ticino fra PPD e PLR. Però avvisa: "Non disprezzate troppo la chiarezza della nostra identità e il nostro riferimento valoriale solidissimo, che piace anche ai nuovi liberali"

di Giuseppe Cotti*

Sono «completamente d’accordo a metà» con Franco Celio, che in un recente articolo ha commentato l’ipotesi di una alleanza di centro in Ticino. L’ex deputato ha infatti pienamente ragione quando sostiene che le contrapposizioni del passato fra PLR e PPD «sono oggi marginali», e che «appare più che logica l’intesa in contrapposizione agli altri due poli», a destra e a sinistra dello spettro politico.

Nel nostro Cantone, come del resto a livello federale, i due partiti di centro non sono sempre allineati con quello che lo svizzero medio dice; tuttavia, si dimostrano l’espressione fedele di quello che i nostri concittadini fanno, quando devono prendere decisioni concrete. In altre parole: anche se possiamo apparire noiosi, siamo le forze alle quali la popolazione sa di doversi rivolgere, quando si tratta di passare dalle parole alle azioni. In Ticino abbiamo visto di recente, con la riforma fiscale e sociale, che l’unione di forze fra PPD e PLR porta risultati tangibili a beneficio di tutta la collettività.

Anche l’analisi della politica federale invita a una riflessione. Se la linea dell’UDC è chiara e netta sull’Europa, la camaleontica Sinistra strizza l’occhio a tutti: tiene una linea ministeriale con i suoi Consiglieri federali mentre «esternalizza» la propria natura rivoluzionaria.
In questo sfoggio di opposte propagande, PLR e PPD lavorano pazientemente a soluzioni pragmatiche, come quei secchioni che fanno i compiti anche per gli amici, ma poi nessuno invita mai a ballare.

Quindi sì, faremmo bene a parlarci, per dare corpo a una «rivolta dei noiosi» che ci permetta di spiegare alla cittadinanza che dimostriamo ogni giorno, con il lavoro, di meritare la loro fiducia – come accade per esempio nei Comuni, in particolare a Locarno dove la collaborazione fra i due partiti non è solo buona, ma ottima.

Dove la mia analisi diverge da quella di Franco Celio, probabilmente, è nella valutazione dei rapporti di forza fra PPD e PLR. Varrebbe la pena di non disprezzare troppo precipitosamente la chiarezza dell’identità popolare democratica – e perché no, il nostro riferimento valoriale solidissimo, che non dispiace a molti nuovi liberali, ormai liberi dai vecchi fantasmi dell’anticlericalismo.

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