"Oggi il voto dei Cantoni è un ostacolo per la partitocrazia bramosa di svendere la Svizzera ad organismi sovranazionali"
di Lorenzo Quadri*
Mercoledì il Consiglio federale ha preso una decisione scandalosa. Il trattato di sottomissione all’UE (che la partitocrazia ed i media mainstream si ostinano a chiamare col nome ingannevole di Bilaterali III) verrà sottoposto unicamente al referendum facoltativo. Per la sua approvazione non sarà dunque necessaria la doppia maggioranza di popolo e Cantoni.
La scelta tra referendum obbligatorio e facoltativo non è una questione di lana caprina.
Il rifiuto della doppia maggioranza è uno schiaffo al federalismo elvetico, quindi all’essenza stessa del nostro Paese. Equivale a cancellare il ruolo istituzionale dei Cantoni. La democrazia svizzera non si basa solo sulle maggioranze popolari. Nel parlamento federale, il Consiglio degli Stati, dove Cantoni grandi e piccoli hanno lo stesso peso, serve ad evitare che a comandare su tutti siano le aree a maggiore densità di abitanti: vale a dire, le città rossoverdi euroturbo. Escludere la doppia maggioranza significa dunque dare maggior potere a queste città. Lo scopo dell’imbroglio è manifesto: impedire che i Cantoni rurali o periferici (come il nostro) affossino gli accordi internazionali che tanto piacciono alle élite.
L’esclusione dei Cantoni dal voto sul trattato di sottomissione a Bruxelles rientra nel solco dei tentativi di smantellare il federalismo e di centralizzare il potere a Berna. Ma queste sono manovre contronatura. L’unico esperimento centralista nella storia svizzera fu la Repubblica elvetica, imposta dai francesi nel 1798, che abolì l’autonomia cantonale e fallì miseramente. Il principio della doppia maggioranza confluì nella Costituzione federale del 1848, quale garanzia della sovranità dei Cantoni. Oggi il voto dei Cantoni è un ostacolo per la partitocrazia bramosa di svendere la Svizzera ad organismi sovranazionali.
L’accordo quadro istituzionale 2.0 cancellerà la nostra sovranità, la nostra indipendenza, i nostri diritti popolari. Le leggi ce le detterà Bruxelles. Qualsiasi decisione parlamentare o popolare, federale o cantonale, non conforme ai diktat UE verrà azzerata. E’ questo il futuro che vogliamo?
* consigliere nazionale Lega