TRIBUNA LIBERA
Iniziative sui premi, Dafond: "Non voglio essere catastrofista, ma..."
L'associazione dei Comuni ticinesi fa appello al senso di responsabilità collettiva
TIPRESS

di Felice Dafond *

Non voglio essere catastrofista. Non è minacciando sciagure che si inducono le persone alla prudenza, ma facendo appello al loro senso di responsabilità, individuale e collettiva. Sia chiaro: il mondo e la vita non finiranno con la votazione del 28 settembre. Ma le due iniziative popolari che toccano l’annoso tema dei premi di cassa malati rischiano di costare molto (troppo) alle cittadine e ai cittadini ticinesi. Rischiano di produrre effetti devastanti e imprevedibili.

Ricordo in breve gli oggetti sui quali dovremo esprimerci: l’iniziativa proposta dalla Lega “Basta spennare il cittadino” – che chiede l’esenzione fiscale integrale dei premi – e quella lanciata dalla Sinistra “Esplosione premi di cassa malati: ora basta!” – che intende fissare per i premi stessi un tetto massimo del 10% del reddito disponibile.

Nel primo caso Cantone e Comuni avranno una minore entrata di circa 100 milioni (55 per il Cantone, 44 per i Comuni). L’iniziativa leghista, in caso di approvazione, provocherebbe una importante riduzione delle entrate fiscali per gli enti pubblici, mentre quella socialista obbligherebbe il Cantone ad aumentare di circa 300 milioni la spesa per i sussidi RIPAM. La spesa complessiva per questa voce – ha spiegato la settimana scorsa il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa – passerebbe da 386 milioni a quasi 690, provocando un disequilibrio tale da mettere a rischio la sostenibilità stessa del sistema RIPAM e delle finanze dello Stato.

Lo scenario peggiore per le finanze pubbliche è senza dubbio l’approvazione di entrambe le iniziative, la cui conseguenza inevitabile sarebbe un drastico aumento delle imposte, a livello sia comunale sia cantonale.

Senso di responsabilità collettiva e real politik
Il presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi, è stato chiarissimo svestendo responsabilmente i panni del militante leghista, e ricordando che già oggi le stime per il preventivo 2026 del Cantone indicano 100 milioni di deficit. Gobbi ha fatto giustamente appello al senso comune (o meglio al buon senso), auspicando che elettrici ed elettori mettano in primo piano gli interessi e il bene della comunità rispetto a quello personale, respingendo entrambe le iniziative. Lo stesso hanno fatto nei giorni scorsi i sindaci di Lugano, il leghista Michele Foletti, e di Bellinzona, il socialista Mario Branda.

I sindaci dei Comuni urbani hanno sottolineato che, se approvate, le due iniziative “causerebbero ulteriori riduzioni dei mezzi a disposizione dell’ente pubblico locale, con un impatto diretto sulla cittadinanza che sarebbe chiamata ad un aumento delle imposte e vedrebbe altresì ridotta la capacità dei Comuni di proseguire nella politica di erogazione di importanti servizi alla propria collettività, come in quella degli investimenti nello sviluppo economico della propria regione”.

Che dire di fronte a queste posizioni di una chiarezza cristallina, se non che esprimono il buon senso della real politik? La situazione finanziaria dei Comuni ticinesi non permette (dopo la riduzione del gettito delle persone giuridiche, il recente pacchetto fiscale e le riduzioni lineari dei contributi cantonali) una ulteriore riduzione di gettito.

Iniziative accattivanti, ma...
Le due iniziative sono accattivanti, ma nascondono diverse criticità. Quella della Lega, per esempio, permette non solo la piena deducibilità dei premi obbligatori, ma anche delle assicurazioni complementari, dei versamenti su polizze vita, eccetera. Elementi estranei all’obiettivo dell’iniziativa, ma che comportano importanti ripercussioni finanziarie per gli enti pubblici.

L’aumento delle deduzioni fiscali indurrebbe inoltre le cittadine e i cittadini a scegliere modelli assicurativi più costosi. La proposta favorisce, infine, soprattutto i contribuenti con redditi elevati che già oggi possono spendere di più per prestazioni assicurative.

Veniamo ora all’iniziativa della Sinistra. L’attuale sistema RIPAM è tra i più generosi a livello svizzero. Lo scorso anno, la deduzione per oneri assicurativi è stata oggetto di un ulteriore importante adeguamento con l’introduzione della deduzione aggiuntiva di 1'200 franchi per ogni figlio a carico. Questo modello, già consolidato, consente di sostenere le famiglie e i singoli cittadini nell’affrontare i costi dell’assicurazione malattia con criteri di equità e sostenibilità, assicurando un equilibrio tra le risorse disponibili e le esigenze dei beneficiari. Con la misura proposta il finanziamento dei sussidi andrà “ripartito” su un numero sempre minore di contribuenti.

Vi invitiamo pertanto a respingere le due iniziative. Meno risorse per i Comuni significano minori aiuti e maggiori imposte per i cittadini.

* presidente Associazione Comuni Ticinesi

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