Il tema del nucleare è complesso e ha suscitato parecchi interrogativi che ho approfondito cercando di non scadere in facili allarmismi bensì facendo lucidamente i conti in tasca al nucleare. Sono arrivato a concludere che se le energie rinnovabili disponessero dei 19 miliardi di franchi del Fondo di disattivazione e del Fondo di smaltimento delle centrali nucleari, esse potrebbero diventare una valida alternativa!Il tema del nucleare è sempre stato controverso. Anche perché è d’attualità solo quando avvengono degli incidenti o, addirittura, delle catastrofi. Eppure sparpagliate per il globo, ci sono più di 430 centrali funzionanti, ed altre dozzine sono in costruzione. Può dunque un paese altamente industrializzato come la Svizzera permettersi di spegnere le sue centrali? Fukushima ha rappresentato un punto di svolta per la strategia energetica tradizionale. Prima della catastrofe, in Giappone circa 1/3 della corrente elettrica del paese era prodotta tramite energia nucleare. Dopo la catastrofe, il Giappone ha spento, seppur per tempo limitato, tutti i suoi reattori; ed è comunque riuscito a coprire le sue esigenze energetiche. Questo pone delle serie domande in merito alla necessità dell’energia nucleare, in Giappone e nel mondo, a maggior ragione pensando che in questo momento due centrali nucleari svizzere sono spente per manutenzione e noi non ne percepiamo la mancanza.Peraltro, attraverso l’ottimizzazione delle nuove tecnologie funzionali all'ottenimento di una maggior efficienza energetica, le previsioni del consumo di elettricità in Svizzera possono essere contenute, come dimostrano anche gli ultimi dieci anni in cui non si è registrato un grande aumento del fabbisogno energetico del nostro paese.In Svizzera la situazione è simile. Le nostre cinque centrali nucleari producono il 33.5% della corrente elettrica. Mentre il 59.9% viene prodotto dalle centrali idroelettriche. Con ciò è coperto il 93.4 % della produzione totale di energia elettrica (e il 99.7% del fabbisogno elettrico) della Svizzera. Le fonti alternative quali l'energia solare ed eolica, e il biogas sono molto sottorappresentate.Uscire dal nucleare comporterebbe acquistare energia “sporca” dall’estero? Nel 2015 la Svizzera ha prodotto 65'957 Gigawattora; nello stesso anno, tuttavia, ha esportato 43’341 GWh e importato 42’306 GWh. Valori considerevoli rispetto al totale. Essi però si spiegano in ragione del fatto che d'inverno la produzione di energia idroelettrica è ridotta: quindi, già ora, vi è la necessità di acquistare energia “sporca” estera. In estate, per contro, accade il contrario: le produzioni delle centrali idroelettriche e nucleari si sovrappongono, creando una massiccia sovrapproduzione. E questo riequilibra i conti. Osservando la produzione nucleare in dettaglio, notiamo che le tre centrali più vecchie, Beznau 1 & 2 (365 Mega Watt ciascuna) e Mühleberg (373 MW), hanno un rendimento nettamente inferiore rispetto a quella di Gösgen (1010 MW) e a quella di Leibstadt (1220 MW). Ma facciamo un altro paragone in termini di rendimento. La controversa centrale a carbone di Lünen in Germania, dove l’AET si era scottata le dita qualche anno fa, produce 750 MW, quindi l’equivalente dell’obsoleta centrale di Beznau 1 e 2 insieme. Dal canto suo la centrale idroelettrica della Verzasca ha un rendimento di 105 MW.