CANTONALI 2023
140 chilometri in bici da Airolo a Chiasso: “Le Tour dal Tesín”
L'impresa "ardua" dei giovani candidati socialisti Laura, Yannick e Niccolò da un capo all'altro del Cantone

di Niccolò Mazzi-Damotti, Laura Riget e Yannick Demaria *

 

Venerdì 10 marzo abbiamo pedalato dal punto più a nord al punto più a sud del cantone per un’azione di sensibilizzazione a favore di questa forma mobilità alternativa all’automobile: “Le Tour dal Tesín”!

Partiti la mattina alle 7.00 da Airolo - faceva freddino e cadeva una pioggia battente - dopo 140 km di piste ciclabili e qualche comprensibilissima imprecazione sulla vecchia strada del Ceneri, in serata siamo arrivati a Chiasso dove siamo stati accolti con molto calore. Si è trattata di un’impresa ardua, che però ci ha permesso di vedere le nostre strade e il nostro territorio ancor più da vicino, da un altro punto di vista e con un ritmo più adatto all’osservazione e alla riflessione sullo stato di salute del nostro cantone.
In Leventina abbiamo avuto modo di vedere le scritte “vendesi” su numerose case, simbolo dello spopolamento che queste regioni discoste stanno ormai vivendo da decenni. Giungendo poi dalle parti di Cadenazzo e Rivera, i paesaggi sono man mano cambiati, diventando sempre più industriali. I capannoni anomini e i parcheggi pieni di automobili targate Italia stanno lì a indicare la fragilità del tessuto economico del nostro Cantone, fortemente orientato a settori con salari bassi, che non permettono ai residenti di vivere dignitosamente.

Continuando verso sud, siamo poi arrivati nella regione del Lago di Lugano, percorrendo le bellissime zone della Collina D’Oro e di Morcote. Sole splendente, palme, ville con accesso diretto all’acqua e macchinoni che superano di gran lunga il salario annuale di chi lavora nei capannoni incontrati prima. Zone bellissime, che devono però farci riflettere sulla concentrazione della ricchezza e sulle crescenti disuguaglianze. In Ticino negli ultimi dieci anni è raddoppiato il numero di persone estremamente ricche, ma allo stesso tempo sono pure raddoppiati i beneficiari di assistenza. A livello svizzero la situazione non è migliore, con l’1% più ricco della popolazione che possiede il 43% del patrimonio complessivo.


La nostra pedalata si è conclusa nel Mendrisiotto, dove abbiamo perso tempo rispetto alla tabella di marcia, perché incolonnati anche noi nel traffico serale: una condizione pessima! Una parte considerevole delle piste ciclabili sono infatti in realtà semplicemente delle strisce gialle sulla normale strada cantonale, che non permettono al ciclista di proseguire se il passaggio è bloccato dalle automobili, come avviene ormai quasi quotidianamente.

Questa esperienza ci fa dire che, se sono stati fatti alcuni investimenti importanti per favorire la mobilità dolce e garantire un tracciato capillare di piste ciclabili - permettendoci di colmare parzialmente il ritardo che avevamo rispetto al resto della Svizzera - resta in ogni caso ancora molto da fare, per far sì che la bicicletta e i trasporti pubblici siano una vera alternativa al traffico motorizzato. Deve cambiare anche la mentalità di tutti gli utenti della strada per ciò che riguarda la convivenza dei vari mezzi di trasporto, affinché non esista più quel tipo di conducente che, spazientito e intollerante, si permette di “clacsonare” e superare bruscamente i ciclisti e le cicliste che, a suo parere, impediscono il suo dominio assoluto con le loro “lente” biciclette.


*candidati al Gran Consiglio sulla lista n. 12 PS-GISO

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Partiti la mattina alle 7.00 da Airolo - faceva freddino e cadeva una pioggia battente - dopo 140 km di piste ciclabili e qualche comprensibilissima imprecazione sulla vecchia strada del Ceneri, in serata siamo arrivati a Chiasso dove siamo stati accolti con molto calore. Si è trattata di un’impresa ardua, che però ci ha permesso di vedere le nostre strade e il nostro territorio ancor più da vicino, da un altro punto di vista e con un ritmo più adatto all’osservazione e alla riflessione sullo stato di salute del nostro cantone.
In Leventina abbiamo avuto modo di vedere le scritte “vendesi” su numerose case, simbolo dello spopolamento che queste regioni discoste stanno ormai vivendo da decenni. Giungendo poi dalle parti di Cadenazzo e Rivera, i paesaggi sono man mano cambiati, diventando sempre più industriali. I capannoni anomini e i parcheggi pieni di automobili targate Italia stanno lì a indicare la fragilità del tessuto economico del nostro Cantone, fortemente orientato a settori con salari bassi, che non permettono ai residenti di vivere dignitosamente.

Continuando verso sud, siamo poi arrivati nella regione del Lago di Lugano, percorrendo le bellissime zone della Collina D’Oro e di Morcote. Sole splendente, palme, ville con accesso diretto all’acqua e macchinoni che superano di gran lunga il salario annuale di chi lavora nei capannoni incontrati prima. Zone bellissime, che devono però farci riflettere sulla concentrazione della ricchezza e sulle crescenti disuguaglianze. In Ticino negli ultimi dieci anni è raddoppiato il numero di persone estremamente ricche, ma allo stesso tempo sono pure raddoppiati i beneficiari di assistenza. A livello svizzero la situazione non è migliore, con l’1% più ricco della popolazione che possiede il 43% del patrimonio complessivo.


La nostra pedalata si è conclusa nel Mendrisiotto, dove abbiamo perso tempo rispetto alla tabella di marcia, perché incolonnati anche noi nel traffico serale: una condizione pessima! Una parte considerevole delle piste ciclabili sono infatti in realtà semplicemente delle strisce gialle sulla normale strada cantonale, che non permettono al ciclista di proseguire se il passaggio è bloccato dalle automobili, come avviene ormai quasi quotidianamente.

Questa esperienza ci fa dire che, se sono stati fatti alcuni investimenti importanti per favorire la mobilità dolce e garantire un tracciato capillare di piste ciclabili - permettendoci di colmare parzialmente il ritardo che avevamo rispetto al resto della Svizzera - resta in ogni caso ancora molto da fare, per far sì che la bicicletta e i trasporti pubblici siano una vera alternativa al traffico motorizzato. Deve cambiare anche la mentalità di tutti gli utenti della strada per ciò che riguarda la convivenza dei vari mezzi di trasporto, affinché non esista più quel tipo di conducente che, spazientito e intollerante, si permette di “clacsonare” e superare bruscamente i ciclisti e le cicliste che, a suo parere, impediscono il suo dominio assoluto con le loro “lente” biciclette.


* candidati al Gran Consiglio sulla lista PS-GISO

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