CORONAVIRUS
La rendita ponte Covid ha avuto tutto sommato effetti benefici. Il Governo desidera rinnovarla
Su proposta del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) e dando seguito agli auspici del Gran Consiglio, si propone di rinnovare la prestazione per un periodo di almeno sei mesi, prorogabile fino a fine 2023

BELLINZONA - Non tutti i lavoratori, siano essi indipendenti (categoria che senza dubbio sta soffrendo molto le conseguenze del Covid) o dipendenti, possono accedere ai pur numerosi aiuti, in primis l'assicurazione contro la disoccupazione (LADI). Per loro era stato pensata la prestazione ponte Covid, che ora il Consiglio di Stato, su proposta del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) e dando seguito agli auspici del Gran Consiglio, propone di rinnovare, con effetto retroattivo al 1 gennaio 2022, per un periodo di almeno sei mesi, prorogabile fino a fine 2023.

Si tratta, come noto, di una misura supplementare e complementare al sistema federale e cantonale di sicurezza sociale, e agli aiuti puntuali erogati dalla Confederazione, dal Cantone, dai Comuni e dagli enti attivi sul territorio.

Il Governo ha sin da subito cercato di rendere l'aiuto accessibile a chi ne aveva bisogno, adeguando le soglie di accesso e di calcolo della prestazione. Nonostante le grandi difficoltà dettate dal Covid, durante il 2021 sono diminuite le persone che sono a beneficio degli aiuti statali come l'assistenza. Per cui, l'impatto della prestazione ponte Covid è stata giudicata positiva. Infatti i Comuni hanno ricevuto 2’221 domande delle quali 1’457 sono state evase con esito positivo (66%), per un contributo erogato totale di franchi 2'274'461.95. Grazie alla consulenza individualizzata, alcuni cittadini sono stati indirizzati verso altri servizi o prestazioni di supporto.

Ora il Messaggio che viene sottoposto al Gran Consiglio prevede l’entrata in vigore della Prestazione con effetto retroattivo al 1. gennaio 2022, per un periodo di almeno sei mesi, prorogabile fino a fine 2023. Con questa formula il Consiglio di Stato potrà decidere in modo flessibile se continuare a mantenere questo strumento, in funzione dell’evoluzione delle conseguenze economiche della pandemia e delle misure di sostegno messe in atto dalla Confederazione.

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