Un compito gravoso, assunto per responsabilità verso i collaboratori e in una situazione non facile. Che lo fosse, è stato “costantemente detto, ridetto e scritto. Sempre minimizzata da parte della direzione, perché tanto qualche donatore arriverà, la diocesi ci penserà, in fondo si è sempre trovata una soluzione. La si troverà ancora. Questo è il discorso, pio ma ingannevole, che è stato perlopiù mantenuto nel tempo, perfino dopo l’avvio della procedura di fallimento... Se il vescovo avesse parlato apertamente di difficoltà così gravi, ci sarebbe stato sempre qualcuno pronto ad affermare il contrario. La percezione diffusa, del resto, era che qualcuno in Curia volesse male al GdP, cosa che posso tuttora serenamente e sonoramente smentire!”.