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CORSI, quasi tutto invariato nelle forze. "Non vogliamo sostituirci alla RSI"
"Il fatto che siamo uno strumento in mano alla politica per condizionare la tv è una fake news", ha detto Pedrazzini, che con Ferrara ha difeso il documento programmatico. Ma si è pensato soprattutto alle nomine

LUGANO - “La CORSI non vuole sostituirsi alla RSI”, non usa mezzi termini Natalia Ferrara, difendendo il documento programmatico di cui si parla da alcuni giorni, visto da diverse persone come un modo della CORSI stessa per avere un controllo sulla tv pubblica, tra nomine e programmi.

Il documento è stato discusso ma non votato. “Se non è la CORSI che dice alla RSI quello che non va bene, lo farà chi vuole spegnere il servizio pubblico, non migliorarlo. Mentre la CORSI può commentare e criticare i programmi proprio per far crescere l’offerta della nostra emittente”, ha spiegato la deputata liberale. Pochi gli interventi dalla sala, più che altro sulla possibile incompatibilità fra l’essere nel Consiglio del Pubblico e partecipare spesso alle trasmissioni o essere in Gran Consiglio.

D’altro canto il piatto forte era stato servito prima, con il rinnovo quadriennale delle cariche del Consiglio regionale e del Consiglio del pubblico. In sostanza, dopo tanta tensione, tanto parlottare prima di imbucare le schede, un po’ di tensione, è rimasto tutto più o meno invariato.

Per quanto concerne il Consiglio regionale, fuori Germano Mattei di MontagnaViva e Bruno Besomi in quota UDC, entra Giangiorgio Gargantini come membro sindacale. Dal canto suo il PLR piazza Giovanna Masoni Brenni al posto di Giacomo Garzoli. Il PPD per contro vede entrare Nadia Ghisolfi a sostituire Luigi Mattei. In casa PS eletti Pelin Kandemir Bordoli, Martina Malacrida e Laura Riget. Nello Broggini, dell’Ordine dei Medici, non viene più eletto. 

Il presidente Luigi Pedrazzini è stato comunque il più votato Il suo discorso non poteva che vertere sul famoso documento. “Nei giorni scorsi la CORSI è stata nuovamente accusata di essere uno strumento nelle mani dei partiti per condizionare la radiotelevisione. È un’accusa infondata e ingiusta, formulata secondo la regola non scritta delle fake news, secondo la quale una falsità ripetuta continuamente finisce per essere percepita come verità”, ha attaccato, chiedendo chiunque a sfidarlo sostenendo di essere la mano lunga dietro i programmi della RSI. “Ingerenza dei partiti? Essi appartengono alla storia della RSI, creata anche da politici. La politica ha difeso l'azienda in occasione di No Billag ed è nell'interesse della RSI che ci sia un corpo intermedio fra l'azienda e il pubblico”.

Nel Consiglio del pubblico, invece, il PS ha perso un posto, con Gustavo Groisman non eletto, al suo posto un membro in più del Consiglio dei giovani. Ce la fa invece Aurelio Sargenti, mentre Nicola Pini del PLR è il più votato e il PPD fa eleggere Filippo Martinoli e Fausto Fornera.

Qualcuno ha chiesto di rivedere la decisione di spegnere il digitale terrestre, togliendo il segnale oltre Confine.

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