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14.06.2020 - 09:000

Pontiggia: "Alla testa della RSI dovrà esserci una donna"

Il direttore del Corriere del Ticino non ha dubbi sulle caratteristiche che dovrà avere il successore di Canetta: "Dovrà essere qualcuno attualmente già in organico: non un manager, non un politico ma un professionista dei programmi"

COMANO – Presto la RSI dovrà decidere il successore di Maurizio Canetta, che lascerà la testa della tv ticinese dopo avervi trascorso tutta la sua lunga carriera nel giornalismo. Chi dovrà prendere il suo posto? Fabio Pontiggia (anch’egli presto, coincidenza, lascerà la direzione del Corriere del Ticino) non ha dubbi: deve essere una donna e deve già lavorare in RSI.

Come mai? Per spiegarlo, parte da un paio di anni fa, dalla campagna per la votazione su No Billag, che ha fatto comprendere come “per i cittadini di tutto il Paese la SRG/SSR è, nell’ambito dei media, ciò che l’AVS è in campo sociale: un’entità intoccabile, nell’accezione positiva del termini”. 

E dunque, va premiato qualcuno che ai quei tempi c’era, parte della compagine che si è meritata il plebiscito uscito dalle urne. “Sarebbe pertanto un affronto alla scelta della grande maggioranza dei votanti piazzare al vertice di questa testata giornalistica un esterno, soprattutto se proveniente non dal mondo dei mass media. Non ci vuole un manager, tantomeno un politico, ma un professionista dei programmi”, scrive Pontiggia.

“A parità di qualità professionali il particolare momento sociale ci dice che alla guida della RSI dovrebbe andare una donna. Non c’è spazio qui per esporre estesamente le ragioni che giocano a sostegno dell’opzione femminile. È sufficiente limitarsi a ricordare che nei tempi più recenti in non pochi posti rilevanti per la comunità che vive al sud delle Alpi sono stati malauguratamente fatti passi indietro. Il nostro cantone deve recuperare parecchio su questo fronte per uscire da una tendenza regressiva che ci mette in forte imbarazzo non solo nei confronti delle altre Svizzere, ma anche e soprattutto della decenza sociale di genere che dovrebbe essere ampiamente acquisita nel terzo decennio del terzo millennio”, prosegue.

Non si sbilancia facendo nomi, “ma chiunque dia un’occhiata agli organigrammi della RSI non avrà difficoltà a riconoscere che i profili femminili competenti sono ben presenti a Comano”.

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