SPORT
Gli ultrà contestano, la stagione del Lugano parte male
Scarsa programmazione, allenatore ad interim e metodi comunicativi di Renzetti: i tifosi contestano al raduno della squadra. Il presidente non gradisce, intanto si aspetta Sulmoni
LUGANO - La stagione del Lugano è cominciata ieri col raduno agli ordini di mister Manzo (nella foto), e non lo ha fatto di certo sotto i migliori auspici. I bianconeri hanno effettuato alcuni acquisti, in particolare dal Chiasso sono arrivati Golemic e Mihajlovic, oltre a Varone. A tenere a lungo banco è stata la questione legata all'allenatore, con i no di diversi tecnici che hanno portato a scegliere, ad interim, Andrea Manzo.Quanto rimarrà? Il presidente Renzetti ci aveva detto che per il momento le trattative con gli altri tecnici sono ferme, le voci su Tramezzani, vice dell'Albania, non si placano. Ci si concentrerà, forse, ancora sul mercato più che sulla panchina: viene dato per quasi fatto lo scambio col Thun fra i ticinesi Tosetti (assente al raduno) e Sulmoni.Gli ultrà, però, non sono contenti di come si sta muovendo la società bianconera. Hanno esposto uno striscione con scritto "Coach provvisorio, presidente contraddittorio... Vergogna!", rimproverando la scelta solo ad interim di Manzo (secondo loro, si potrebbe dar fiducia a lungo termine al tecnico), quello che definiscono un "navigare a vista", ovvero una scarsa programmazione. L'anno scorso era dovuta all'attesa di Zeman, ma ora il boemo non c'è più e per i sostenitori non è cambiato nulla. Anche le strategie comunicative del presidente non piacciono, e viene invitato a risolvere i problemi all'interno della società e non davanti ai taccuini. «Continuare a piangere miseria e a pavoneggiarsi davanti a ogni microfono o taccuino è una scelta comunicativa scellerata e che non fa altro che destabilizzare la piazza».Non è mancata una stoccata a Zeman, probabilmente non così amato, dunque, dalle parti di Cornaredo: «ricordiamo a Renzetti e alla società che bisogna nuovamente trovare la base dei consensi e la coesione del gruppo, dopo la scellerata annata, a livello di spogliatoio, del presuntuoso Zeman. Rammentiamo oltretutto che i panni sporchi si lavano in società e non a favore delle telecamere».Renzetti, ovviamente, ci è rimasto male, sanguigno com'è. «O si crede in qualcuno oppure no: non ci si può credere solo quando si vince. Io voglio che i tifosi mi credano», ha contrattaccato, ribadendo di essere pronto a confrontarsi con i fans qualora essi lo volessero. Ha espresso tristezza per il modo in cui si è sentito ripagato, e ha rammentato di come il Lugano cerchi di risolvere i suoi problemi all'interno.Insomma, non il modo migliore per iniziare la stagione... Si dice che chi ben comincia è a metà dell'opera, non vale certo per il Lugano.
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