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23.07.2016 - 10:200
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Siamo candidati alla retrocessione. Ma dobbiamo aggrapparci a Scienza e aver fame»

Il capitano Alberto Regazzoni, con molta schiettezza, ripercorre l'estate difficile del Chiasso. «Ci mancano tre o quattro elementi. Abbiamo bisogno di serenità e continuità nel lavoro ma non partiamo battuti»

CHIASSO - Prima l'incertezza, poi Cavalleri coi pieni poteri, poi dopo un mese l'addio e l'arrivo di Bignotti. Nel mentre, tre calciatori attualmente sotto contratto ma di cui la società vorrebbe liberarsi (Gaeta, Quaggiotto e Perini), tanti volti nuovi, giovani e low cost, un tecnico che sta sorprendendo tutti in positivo come Scienza. Col capitano Alberto Regazzoni abbiamo parlato del Chiasso che domenica debutta ad Aarau. La squadra, spiega, cerca serenità. Com'è il vostro stato d'animo?«Siamo pronti. Certamente partiamo un po' indietro rispetto ad altre squadre, abbiamo cominciato dopo poi ci sono stati gli stravolgimenti societari ma non dobbiamo avere alibi e cercheremo di fare bene sul campo forse più difficile».Quando arrivò Cavalleri, ti aveva voluto a fianco nella conferenza stampa di presentazione, come presa di responsabilità. Come ti pareva il suo progetto?«Non so che cosa sia successo dietro le quinte, anche per me è stato strano perché lui mi aveva chiesto di partecipare alla conferenza stampa e l'ho fatto più che volentieri, e dopo un mese si è stravolto tutto. Adesso speriamo col nuovo assetto societario di trovare un po' di serenità e continuità nel lavoro, come detto non cerchiamo alibi però è importante avere una società che lavori in modo sereno e trasmetta serenità a noi».Come avete vissuto questo periodo, soprattutto chi non aveva un contratto all'inizio della preparazione?«Non bene, quando non hai contratto e aspetti per firmare, fai la preparazione ma non sai se rimarrai non è evidente. Poi è servito un po' di tempo a depositare alcuni contratti, ora pare che con l'arrivo di Bignotti e l'operato di Bellotti, Croci-Torti e Galante si sia risolto, speriamo che la società dia serenità all'ambiente, ne abbiamo bisogno. Che Cavalleri se ne andava ce l'ha comunicato il team manager, senza dire molto. Un calciatore si concentra sull'aspetto sportivo però quando accadono queste cose qualche dubbio viene. Dopo siamo stati rassicurati, è arrivato Bignotti. Dobbiamo concentrarci solo sul campionato». Forse giocare vi può essere d'aiuto ora, sei d'accordo?«Può essere d'aiuto però siamo incompleti. Mancano tre elementi per far sì che ce la possiamo giocare con tutti, allo stato attuale siamo i candidati numero uno alla retrocessione, è vero. Non è un alibi, faremo del nostro meglio. Sulla carta siamo forse i più deboli ma dove non arriva la qualità devono farlo la fame e la voglia di fare la guerra in campo, con quello magari riesci a toglierti delle soddisfazioni».Il tuo ruolo sarà sempre più importante...«Chiaro, noi più esperti dobbiamo essere da esempio e cercare di aiutare gli altri. Guardandomi attorno mi sento un vecchietto in una squadra di ventenni, cercheremo di farli progredire». Passando alle note liete, chi sorprenderà i tifosi del Chiasso?«Ci sono buoni giocatori, non voglio fare nomi perché come compagno non è giusto. Tanti giovano hanno buone prospettive ma devono capire che se vogliono sfondare devono dare ogni giorno il 120%. In tanti, non penso qui ma in generale, la fame si è un po' persa, invece serve, perché poter vivere di calcio come è successo a me è il lavoro più bello del mondo. A Chiasso hanno una possibilità che con un budget più altro non avrebbero avuto: può essere utile per crescere, anche se tante volte sarebbe meglio inserire i ragazzi a poco a poco mentre ora devono crescere ed essere pronti per forza subito per un campionato che è uno dei più difficili degli ultimi anni». Con mister Scienza come va? Anche lui era stato portato da Cavalleri per cui la situazione lo avrà destabilizzato... «Con lui molto bene, deve essere il nostro punto di partenza. Sono sempre stato scettico sui tecnici italiani che vengono in Ticino invece su di lui devo dire che mi ha sorpreso sotto ogni lato, umano, tecnico, tattico, di personalità. Sono contento di poter lavorare con lui, non sono frasi fatte ma è una grande sorpresa in positivo. Dobbiamo partire da un allenatore capace e bravo come lui anche se i miracoli non li può fare, se non arrivano altri tre o quattro elementi di qualità perfino Mourinho faticherebbe. Dobbiamo in ogni caso aggrapparci a lui». Dunque, bisogna intervenire a centrocampo e in attacco? «Sì. Il reparto in cui siamo messi meglio sono portiere e difesa, a metà campo e davanti ci serve ancora qualcosina, sia per fisicità che per qualità».Con quale obiettivo si va ad Aarau? «Si va ad Aarau per fare l'exploit, la partita migliore che si può fare. Se nella mia testa partissi pensando di prenderne quattro o cinque starei a casa e lo stesso vale per ogni partita. Sulla carta sono nettamente favorita ma andiamo a giocarcela cercando di aver la fame e la voglia di far bene e che serve ai giovani».
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