LUGANO - Dopo l'accoglienza e l'aiuto, la molestia, e la paura. Una famiglia luganese accusa un egiziano di 33 anni a cui erano andati in soccorso.L'uomo era stato ospitato in un appartamento poco distante dalla casa della famiglia, assieme alla moglie, di nazionalità irachena e di religione curda cristiana (lui invece è musulmano), e i due figli di cinque anni e un anno e mezzo. Sensibili alla questione dei migranti, i coniugi luganesi avevano aiutato il bambino a inserirsi, seppur con difficoltà, per un giorno alla settimana a scuola, grazie ad una persona che se ne occupava.È il Corriere del Ticino a raccontare tutto questo, attraverso il racconto dell'uomo. Dopo un po' i due hanno iniziato ad avere dubbi e a chiedersi se quella famiglia lo fosse realmente o si fosse formata arrivando in Svizzera. Il fattaccio è avvenuto un paio di mesi dopo l'arrivo dei migranti: il 33enne egiziano si è recato a casa della famiglia, e ha spinto contro il muro la donna per cercare di avere un rapporto. Lei era sola in casa ed è riuscita a respingerlo dicendogli che il marito sarebbe arrivato di lì a poco.La famiglia ospitante ha sporto denuncia in polizia, e l'uomo, con moglie e figli, è stato spostato in una pensione a Bellinzona. Lui ha negato il tentativo di abuso sessuale (che secondo il Ministero, contattato dal quotidiano, sarebbe più una molestia), spiegando che si è trattato di un gesto affettuoso e di riconoscenza. Ora i quattro vivrebbero in Germania, perché la donna luganese aveva ancora paura e ha chiesto che l'uomo fosse allontanato dalla Svizzera.