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Cronaca
03.03.2017 - 11:300
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Quelli che continuano ad amare il Rabadan: "evviva le Guggen, stonate ma con tanto cuore, i coriandoli nelle scarpe, e le risate"

Dopo le critiche riportate ieri, diamo spazio a chi, nonostante i difetti, non vede già l'ora del prossimo carnevale. "Grazie ai gruppi, che a volte ci hanno fatto riflettere, grazie al nostro amato mascherone"

BELLINZONA - Non tutti ce l'hanno col Rabadan: abbiamo raccolto le critiche, nei giorni scorsi, da uno scritto di un bellinzonese e le reazioni, dove si parlava di tradizioni mancate, di Guggen che non trovano più spazio, di alcool e risse anziché divertimento e travestimenti. Ma non tutti, appunto, la pensano così. L'utente di un blog si è rivolto al Carnevale come a un vecchio amico, scrivendogli una lettera, che riportiamo integralmente: "Caro Rabadan, dopo sei giorni intensi, passati a tenerci compagnia, anche quest’anno sei arrivato alla fine. Non sono mancate le (ormai solite) polemiche di chi ti ha trovato troppo “blindato” e chi invece sosteneva che mancassero controlli. C’è anche chi ti ha trovato troppo caro; probabilmente però non sanno fare bene i conti, se consideriamo che l’entrata di una singola sera, in un carnevale minore, con solo una tendina, si aggirava attorno ai CHF 15.00. Sei stato offuscato da una tragedia che con un minimo di buon senso poteva tranquillamente essere evitata. Sei stato accusato troppo spesso di aver perso il tuo spirito carnascialesco, perché ormai l’immagine che si ha di questi giorni è rispecchiata unicamente dai ragazzi spinti al Rabadan solo per un malsano divertimento fatto di alcol e fumo. Ma per questo, mi spiace dirlo, non bisogna aspettare unicamente il carnevale. Per una volta invece mi voglio staccare un po’ da queste polemiche e voglio invece ringraziarti. E ringraziare chi, anno dopo anno, crede ancora nel vero spirito del Rabadan. Per questo voglio ringraziare tutte le Guggen che per giorni ci hanno tenuto compagnia con la loro musica, spesso poco intonata, ma fatta sempre con il cuore e con allegria, che ci ha fatto ballare in Piazza Collegiata o vicino al nostro “Noce”. Musica vera, musica in allegria, che niente ha a che vedere con il “tuz-tuz” di alcune tendine. Ringrazio tutti quelli che hanno addobbato tendine e locali e che ci hanno fatto ballare al ritmo di “bandiera gialla”, ma senza dimenticare ovviamente il mitico “Anton”. Voglio ringraziare tutti i gruppi, che dopo un anno di duro lavoro ci hanno allietato la domenica con una sfilata che ci ha fatto ridere, ci ha riempito le scarpe di coriandoli e perché no… alcuni ci hanno anche fatto riflettere. Voglio ringraziare anche noi, la gente “comune”, che si è ingegnata a creare maschere uniche, da sfoggiare in queste giornate, non senza un pizzico di orgoglio. Perché non siamo tutti solo “peluchoni e ghirlanda di fiori”. Ringrazio la gente che ancora crede che il Rabadan sia un momento di condivisione, di allegria, di musica, di divertimento e di risate e che ha vissuto con questo spirito questi sei giorni. E ringrazio anche te Rabadan, perché malgrado ogni anno sei coperto di critiche e polemiche, trovi sempre la forza di andare avanti, per tutti quelli che il carnevale lo amano davvero. Sicuramente alcune cose possono essere migliorate, ma per questo c’è davanti un lungo anno. Perché noi, anche se abbiamo appena rimesso in cantina le nostre maschere, già attendiamo con ansia e gioia il prossimo anno per rivedere il nostro amato “mascherone” che dal nostro castello veglia sulla nostra città". Uno spiraglio di positività, condensato a un sano realismo, insomma, che certamente in molti condividono.
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