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Cronaca
06.05.2017 - 14:460
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Un macigno portato dentro per quasi 60 anni. È arrivata la prima denuncia per abusi alla speciale commissione della Diocesi di Lugano

La vittima ha trovato il coraggio di parlarne solo ora. Il reato, il cui colpevole era un ecclesiastico di passaggio in Ticino, è ormai prescritto ma potrà esserci un risarcimento

LUGANO  - Qualche tempo fa, la Curia presentò un nuovo progetto, con una commissione, volto a farsi carico delle denunce di abusi sessuali subite da elementi del clero. Della commissione fanno parte due figure indipendenti, lo psichiatra Carlo Calanchini e la psicoterapeuta Rita Pezzati.

Un passo, quello di apertura, per permettere di togliere il velo su episodi che magari nessuno aveva il coraggio di confessare, per permettere alla Chiesa di prendere atto di ricordi che desidera scordare, colpe da farsi perdonare. Il Vescovo Valerio Lazzeri, da noi intervistato, aveva parlato di apertura.

A qualche mese di distanza dalla conferenza stampa che presentava l’iniziativa, ecco la prima denuncia. Non potrà essere perseguita penalmente, poiché risale agli anni ’60 ed è ormai caduta in prescrizione. La vittima potrà ricevere un risarcimento da uno speciale fondo messo a disposizione dalla conferenza dei vescovi svizzeri.

Stando alla RSI, il caso riguarderebbe un sacerdote che non era “incaricato” in Ticino, ma si trovava nel nostro Cantone per un soggiorno temporaneo.
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