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20.11.2018 - 09:000
Aggiornamento: 09:31

Salvini e i migranti respinti in Italia, Lisa Bosia: "noi l'avevamo detto"

La socialista ricorda che a fine agosto 2016 Firdaus, presentò due rapporti: "Riammissioni in due ore, lascia supporre che i colloqui con le Guardie siano brevi e sommari"

BELLINZONA – Matteo Salvini è indignato perché ha saputo che la Svizzera rimanda in Italia i migranti: mille nel corso dell’ultima estate. Ed è furioso.

La sua rabbia, “nessuno può permettersi di trattare il nostro Paese come il campo profughi dell'Europa: abbiamo rialzato la testa e non intendiamo abbassarla", ha suscitato qualche reazione.

“Si può anche immaginare che la situazione sia un po’ diversa, ovvero: i vicini a sud fanno i furbetti e chiudono gli uffici per le identificazioni quando invece dovrebbero essere aperti, per non doversi riprendere i finti rifugiati. Che la Svizzera rimandi in Italia clandestini che non sono passati da lì appare una tesi piuttosto fantasiosa (i migranti economici che ci ritroviamo in Svizzera non sono arrivati dalla Svezia...). Inoltre, se vogliamo fare la lista delle inadempienze del Belpaese nei nostri confronti, diventa lunga come l’elenco del telefono, per cui...”, scrive Lorenzo Quadri. Anche Norman Gobbi ai microfoni di TeleTicino ha detto la sua, “tutti coloro che vengono presi in entrata dalle Guardie di Confine vengono verificati nelle loro intenzioni e anche per quanto riguarda la sicurezza. Questo ci permette di dire che la riammisisone semplificata verso l'Italia funziona”, anche se è pronto a parlare con l’Italia per sistemare quello che non va.

Ma c’è chi afferma “l’avevamo detto”: Lisa Bosia Mirra e l’Associazione Firdaus. Era il 31 agosto 2016, due giorni dopo la socialista fu arrestata per aver aiutato dei migranti a entrare in Svizzera. Quella, però, è un’altra storia. Venne presentato, in una conferenza stampa, un rapporto dettagliato, composto da due documenti. 

“Durante tre settimane abbiamo monitorato 80 persone che hanno dichiarato di voler chiedere asilo alla Svizzera, una parte già respinta anche più volte, una parte di queste alla loro prima domanda di asilo. Una parte che ha potuto comprovare di avere parenti in Svizzera, altri senza nessuno, altri ancora per cui non è stato possibile stabilire un contatto. È difficile fare una stima esatta perché di molte persone non abbiamo contatti diretti ma pensiamo che circa il 50% delle persone monitorate abbia potuto deporre una domanda di asilo mentre l’altra metà sia stata respinta”, si legge nel rapporto finale.

Vengono riportati alcuni esempi: “Alcuni respingimenti tra cui quello del signor ST avvenuti nonostante si sia recato alla frontiera con se la documentazione e dichiarazione della moglie, e quello della signora RY con documenti e dichiarazione del marito (ammessi entrambi alla SEM al 3° tentativo) hanno sollevato molti dubbi sul modo di procedere con le riammissioni semplificate e ci hanno interrogato sui criteri di ammissione alla procedura di asilo. In taluni casi il respingimento del MNA ci è sembrato particolarmente grave, a maggior ragione quando quest’ultimo si recava in frontiera con i documenti e la dichiarazione del fratello regolarmente residente in Svizzera con permesso B o C; in un caso il MNA è stato respinto 6 volte. Un altro caso che ci ha molto interrogato è stato il respingimento della famiglia eritrea composta dal signor O. e dal figlio minorenne, che desideravano ricongiungersi al figlio, rispettivamente il fratello, regolarmente residente in Svizzera. Erano stati respinti per ben 4 volte prima di poter accedere alla procedura di asilo”.

“Non solo questi casi specifici di persone con congiunti e/o figli, fratelli, sorelle ma anche altri richiedenti asilo – quella il signor H., eritrea o del signor A., Yemen (entrambi alla loro prima domanda) con una volontà chiara di chiedere asilo alla Svizzera, riammesse in Italia in circa due ore dal momento dell’arrivo alla stazione di Chiasso lascia supporre che i colloqui che i migranti intrattengono con le Guardie di Confine siano brevi ed estremamente sommari”, spiega il testo, che specifica poi come i migranti vengono rimandati a Como o a Taranto. “Desta inoltre particolare preoccupazione il fatto che molti migranti abbiano raccontato di essere stati fatti scendere dal treno forzatamente in un’area compresa tra Chiasso e Bellinzona (fatti scendere e poi accompagnati in auto al confine per la riammissione in Italia), o al contrario sia stato impedito loro di scendere dai convogli e che siano stati rimandati a Como o Milano senza avere la possibilità di chiedere asilo”.

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