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Cronaca
03.01.2019 - 09:000

La Croisette luganese, Panzeri: "Ci sarebbe sempre la strada... La politica dovrebbe portare proposte e soluzioni alternative"

Il noto architetto dice la sua sulla proposta di Petralli. "Tecnicamente sarebbe fattibile, magari in cinque anni, costerebbe però una fortuna"

LUGANO – “Lugano raddoppia”. Si chiama così il sogno-visione del linguista e direttore della Fondazione Möbilus Lugano Alessio Petralli, presentato al Palacongressi in occasione del discorso ufficiale durante la cerimonia di Capodanno 2019.

La proposta di Petralli consiste nel raddoppio del lungolago dalla foce del Cassarate al LAC e nella creazione di una vera e propria spiaggia. Insomma, “una sorta di nuova Croisette luganese che bisognerebbe poi riempire di tanti bei contenuti. Il tutto per un costo attorno ai cento milioni di franchi”.

Si tratta di un sogno possibile? Dopo aver consultato parecchi esperti, il direttore della Möbius afferma che “l’idea di una spiaggia dalla foce al LAC è impegnativa, ma si può fare”.

Non è dello stesso avviso il noto architetto Attilio Panzeri, il quale comunque a liberatv ha spiegato di non disdegnare l’idea. “La proposta di Petralli è interessante perché scatena una discussione sul tema urbanistico e paesaggistico della Città di Lugano. Personalmente credo che la visione sia realizzabile seppure con grandi difficoltà costruttive”.

“Tuttavia – continua – non mi sembra una grande soluzione perché ci sarà sempre di mezzo la strada. E se si vuole riqualificare quel luogo bisogna tenere conto che si deve eliminare la strada. Tutti i centri delle città del mondo, anche quelle più piccole, sono pedonali. Ben venga quindi una proposta di questo genere, ma a monte c’è un grosso problema politico. È la politica che dovrebbe arrivare con delle proposte e con delle soluzioni alternative”.

E ancora: “Il professor Petralli è un uomo di grande cultura e ha lanciato una soluzione per riqualificare Lugano. Il fatto che io non la condivida non significa che non sia un’idea valida. Semplicemente, la mia visione è diversa: ritengo che si debbano togliere le automobili del lungolago. Tecnicamente è un’ipotesi fattibile, anche se costerebbe una fortuna. Ma non dobbiamo ragionare in termini di durata di un mandato di legislazione, ma in termini futuri così come hanno fatto con la galleria del Gottardo i nostri antenati”.

Nella presentazione del sogno-visione Lugano-raddoppia Petralli ha stimato i tempi di attuazione in cinque anni. “Teoricamente – conclude l’architetto – potrebbe essere fattibile, anche se bisogna tenere conto che per fare una modifica al piano regolatore ci vogliono tempi biblici. Credo che bisognerebbe anche cambiare la legge sulla pianificazione del territorio (LPT) ed eliminare la possibilità di inoltrare ricorsi quando si tratta di un’opera pubblica. I ricorsi, infatti, sono quelli che paralizzano le costruzioni, sia pubbliche che private, per decenni”. 

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