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Cronaca
12.04.2019 - 17:470

Aborto e matrimonio, tutti contro il PPD. "Non siamo incubatrici della specie". "Ci aiutate a combattere la visione antiquata?"

Donne USS Ticino e Moesa contestano duramente due mozioni, una per una giornata sulla vita e una per un giorno senza aborti, mentre Imbarco Immediato, GISO e PS attaccano l'iniziativa su cui si dovrà rivotare

BELLINZONA – Il tradizionalismo del PPD, di estrazione cattolica, contro le opinioni sulle nuove famiglie di PS e comunità LGTB e donne.

Poco prima che terminasse la scorsa legislatura, dei deputati pipidini hanno inoltrato due mozioni, una contro l’aborto e una a favore di una giornata per la protezione della vita.

“Oltre 600 sono ogni anno gli aborti legali praticati in Ticino. Altrettanti sono quindi i bambini che ogni anno nel nostro Cantone vengono privati del diritto di nascere. Si tratta di un dramma che troppo facilmente passa sotto silenzio, quasi ci fossimo rassegnati a una realtà ormai consolidata e immutabile. L'avvenuta parziale depenalizzazione dell'interruzione volontaria di gravidanza non può e non deve portare a un atteggiamento di indifferenza verso l'eliminazione di esseri umani innocenti. Difendere la vita oggi diviene ormai un compito sempre più difficile, poiché si sta diffondendo una mentalità di progressivo svilimento del suo valore. In queste condizioni, appare auspicabile che lo Stato dia un segnale forte a favore della vita, un segnale che sappia risvegliare le coscienze e ribadire l'impegno pubblico alla tutela della vita”, si leggeva nell’atto di Fabio Bacchetta-Cattori, che chiede dunque “l'istituzione di una giornata senza aborti in Ticino, che costituirebbe una significativa testimonianza di tale impegno. Crediamo che l'importanza del bene da proteggere, quale primo e fondamentale diritto umano dal quale discendono tutti gli altri diritti, possa giustificare simile provvedimento. Indipendentemente dalle convinzioni individuali sulla depenalizzazione dell'aborto, una giornata simbolica come quella proposta può certamente contribuire a una maggiore sensibilizzazione e quindi a una migliore prevenzione”.

“Una giornata per la vita potrebbe dunque essere una preziosa occasione di riflessione e di crescita umana, tramite iniziative promosse dall'Ente pubblico e dalla società civile su numerosi aspetti, ad esempio la salute quale bene fondamentale, l'inviolabilità della dignità umana, la prevenzione da ogni forma di violenza, l'ascolto e l'aiuto nei drammi esistenziali vissuti agli estremi della vita nascente e morente, l'impegno personale nel cercare di rispondere alle esigenze di vita nelle sue diverse forme e il sostegno alle persone, alle famiglie e agli Enti che accolgono la vita e la proteggono”, chiedono invece Luca Pagani e ancora Bacchetta-Cattori. “Con questa mozione chiediamo quindi l'istituzione a livello cantonale di una giornata per la vita il 25 marzo di ogni anno”, stessa data in cui vorrebbero la giornata senza aborto.

Provocando la reazione stizzita delle Donne USS Ticino e Moesa. “La mozione, presentata da Luca Pagani e Fabio Bacchetta Cattori con la compiacenza, purtroppo, di alcune deputate, è una versione aggiornata di una precedente mozione dell’aprile 2009 densa di quell’ideologia e di quella retorica antiabortista propria dei “movimenti per la vita” su scala internazionale che si sono riuniti a Verona nel contestato Congresso mondiale delle famiglie, palcoscenico sul quale i “pro-vita” si sono affiancati ai “no-gender” e ai fanatici della razza e della famiglia bianca definita “naturale”, allo scopo di annullare le soggettività LGBTQ e gli orientamenti non eterosessuali e di incatenare le donne alla cucina e alla culla ad attendere gli uomini”, scrivono indignate.

“Una parte della classe politica ticinese non è da meno e risponde a questo richiamo con l’approvazione della mozione “Una giornata per la vita” con degli argomenti estremamente superficiali e ipocriti su una presunta “banalizzazione della vita”, ma in realtà assecondando l’ossessione di chi combattendo l’aborto legalizzato vuole privare le donne della possibilità di scegliere di poter fare capo all’interruzione di gravidanza garantita dalla legge e in condizioni sicure. Cinque anni fa era stata nettamente bocciata l’iniziativa - promossa da ambienti ultra conservatori - che chiedeva che l’interruzione di gravidanza non fosse più a carico della assicurazione malattia obbligatoria. Un affronto alle donne che il popolo svizzero ha respinto al mittente. Le donne ancora una volta diventano corpi sui quali esercitare il dominio e il controllo di stampo patriarcale, negando loro ogni diritto di soggetto integro ed autonomo. L’attacco ai diritti sessuali e riproduttivi delle donne diventa lo strumento per annullare il soggetto donna e per ridurlo una volontà maschile di disciplinamento”.

“Ma noi r-esistiamo!”, tuonano. “Non c’è spazio per il dubbio: gli embrioni non sono persone e noi donne non siamo le incubatrici della specie, assoggettate al dominio maschile e sessista che vuole rinsaldare la struttura patriarcale della società. Rivendichiamo la pienezza del diritto all’autodeterminazione sessuale e riproduttiva. Non siamo disposte a barattare la nostra libertà di scelta e la nostra salute a nessun costo”.

Come se non bastasse è di questi giorni la decisione del Tribunale Federale di Losanna di far rivotare l’iniziativa del PPD stesso che chiede che le coppie sposate non siano fiscalmente penalizzate rispetto ad altre situazioni familiari. “Perché sposarsi dovrebbe essere penalizzante?”, ha lanciato, in sordina, la campagna per la nuova chiamata alle urne.

Questa volta, a reagire male è stata l’associazione Imbarco Immediato, a tutela del mondo LGTB. “Il Tribunale federale con 4 voti a 1 ha deciso di dichiarare nulla la votazione sull'iniziativa del PPD riguardo il matrimonio. Ciò significa che dovremo votare di nuovo sulla definizione discriminatoria di matrimonio nella Costituzione. L’iniziativa era stata respinta con una risicata maggioranza di elettori nel febbraio 2016, secondo alcuni sondaggi proprio a causa degli intenti discriminatori. Dopo tutto, l'iniziativa vuole scrivere nella Costituzione senza ragione che il matrimonio è definito tra uomo e donna”, si legge in un furibondo post. “Il PPD si oppone ai nostri interessi e non vuole accettarci come parte uguale della società. Dobbiamo combattere! Per la prima volta in assoluto un voto nazionale è dichiarato nullo”.

“Il Tribunale federale ha deciso che l'iniziativa del PPD verrà sottoposta nuovamente al voto popolare. Ci aiuti a combattere la loro visione antiquata di matrimonio?”, ha attaccato anche la GISO, spalleggiata dal PS: “Di nuovo ci sarà una campagna che metterà in avanti una visione della famiglia restrittiva e antiquata. Contribuisci anche tu a fare evolvere le mentalità”.

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