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Cronaca
19.07.2020 - 11:480

Serizzo, la pietra della discordia a Tenero. Una ditta di Biasca protesta, la Lega pronta a un atto parlamentare

Per l'ampliamento del centro sportivo di Tenero, la Confederazione indica come materia prima richiesta una pietra estratta e lavorata, allargando poi il campo ad altre simili, da tutto il mondo. "Ma sono di scarsa qualità e costano poco"

TENERO – Prima i nostri? Non sempre, anzi. Lavori eseguiti con materiale estero, in Ticino, negli anni se ne sono visti. Ora il caso coinvolge l’ampliamento del Centro Sportivo di Tenero.

A interpellare la deputazione ticinese alle Camere, le autorità nazionali e quelle cantonali è la Graniti Maurino SA di Biasca. La Confederazione ha pubblicato un bando di concorso per la fornitura e la posa di 3600 metri quadri di pietra naturale. Il problema? Come materia prima richiesta è indicato il serizzo, una pietra estratta e lavorata in Italia.

Il che significherebbe tagliar fuori le ditte locali. “Non potremmo essere concorrenziali dal profilo dei costi”, fa sapere la Graniti Maurino SA, che parla del serizzo come di una pietra di qualità scadente e dunque poco costosa.

Il committente però allarga il campo: per serizzo non si intende solo la pietra propria di Domodossola, bensì “una pietra appartenente alla famiglia degli Ortogneiss  con la composizione minerale di quarzo, biotite nera e feldspato bianco (…) con un’impronta cromatica grigio chiaro”. Per la ditta di Biasca, un errore concettuale, ma che comunque darebbe la possibilità di usare materiale da qualsiasi parte del mondo.

La Lega, fa sapere il Mattino, è pronta a un atto parlamentare.

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