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Cronaca
15.01.2021 - 10:260

Turismo, il Ticino è uno dei pochi Cantoni che reggono. Diminuiscono i visitatori ma restano più a lungo

Gli alberghi a 5 stelle hanno mostrato di saper convivere appieno con le difficoltà imposte dalla pandemia, vedendo le presenze aumentare quasi del 70%. L'intero flusso è dovuto a turisti confederati

BELLINZONA - Secondo i dati provvisori forniti dall’Ufficio Federale di Statistica (UST), nel corso del trimestre settembre-novembre 2020 il flusso di turisti nel canton Ticino è stato di 276’843 arrivi i quali hanno generato 681’698 pernottamenti; tali valori esprimono, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una diminuzione del 3.8% ed un aumento del 14.0%, rispettivamente.

La performance autunnale è stata fortemente influenzata dai picchi di domanda generati nei mesi di settembre ed ottobre, mentre a novembre le presenze sono state di poco inferiori rispetto al 2019. Tutto ciò, come già nel corso dell’estate, è da ricondurre all’aumento della permanenza media a destinazione dato il calo nel numero di visitatori rispetto all’anno passato.

Dall’inizio dell’anno, in Ticino vi sono stati 752'948 arrivi e 1'846'728 pernottamenti alberghieri (-29.4% e -17.1%, rispettivamente). 

Come già emerso per il trimestre estivo, il Ticino è uno dei pochi cantoni che è riuscito a mitigare le pesanti conseguenze dell’emergenza primaverile. Oltre che per quelle ticinesi, infatti, il trimestre autunnale nell’anno della pandemia da coronavirus è stato positivo anche per le strutture alberghiere grigionesi (+15% nei pernottamenti), mentre a livello confederato è continuato il forte calo della domanda. Nel corso del trimestre autunnale, a livello svizzero gli arrivi e i pernottamenti sono diminuiti del 43.6% e del 36.7%, rispettivamente.

Per quanto riguarda le OTR ticinesi, anche in autunno si sono mantenute delle importanti differenze nell’andamento della domanda. Si osserva, infatti, che Lago Maggiore e Valli e Luganese sono riuscite a generare una crescita nei pernottamenti rispetto al 2019 (+26.8% e +5.7%, rispettivamente) mentre nelle aree del Bellinzonese, con le sue valli, e del Mendrisiotto il flusso della domanda alberghiera è diminuito (-13.2% e -1.8% nel numero di presenze).

Tra le diverse categorie, le strutture a 5 stelle si confermano le uniche in grado di convivere appieno con le difficoltà imposte dalla pandemia: queste, infatti, rispetto all’autunno 2019 hanno generato una crescita degli arrivi del 32.5% e delle presenze del 67.5%. Le altre categorie hanno visto una riduzione nel numero degli ospiti ma, come già evidenziato, un allungamento della permanenza media e dunque un aumento delle presenze: per le strutture a 0-2 stelle la crescita dei pernottamenti è stata dell’8.6%, per i 3 stelle del 4.4% e per i 4 stelle del 18.9%.

Così come nel corso dell’estate, la performance positiva dell’autunno è da ricondurre interamente al flusso di ospiti confederati i quali hanno generato 233’067 arrivi (+29.1%) e 580’494 presenze (+51.8%). Continua, come ci si poteva aspettare, a permanere a livelli bassissimi la domanda estera, costretta ad affrontare l’incertezza degli spostamenti e i divieti imposti dai singoli paesi.

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