In particolare, “chiediamo al lodevole Consiglio di Stato di introdurre, come progetto pilota, l’accettazione di bitcoin senza alcun limite di importo nell’ambito delle attività del Dipartimento delle istituzioni. Riteniamo che tale Dipartimento presenti delle caratteristiche ideali per proporsi come prima rapida occasione di apertura dell’Amministrazione pubblica verso pagamenti in criptovaluta. Infatti, il Dipartimento delle istituzioni emette annualmente centinaia di migliaia di fatture nell’ambito delle imposte di circolazione, dei servizi di collaudo dei veicoli, o ancora del rilascio e rinnovo di permessi di ogni genere. Inoltre, già nel recente passato il Dipartimento delle istituzioni ha mostrato di essere particolarmente proattivo in materia di digitalizzazione dei propri servizi, come dimostrano le operazioni della Sezione della circolazione. Va per di più osservato che, grazie al fatto che il Dipartimento delle istituzioni fattura prestazioni a soggetti che ha preventivamente identificato in modo molto chiaro e documentato (si pensi al rilascio di permessi o alle imposte di circolazione), dovrebbero essere implicitamente soddisfatti i requisiti in materia di anti-riciclaggio che si possono presentare quando un soggetto non identificato spende criptovaluta. Il fatto che il Dipartimento delle istituzioni si occupi anche di giustizia e polizia rafforzerà anzi ancor più il messaggio di fiducia che il Governo e l’Amministrazione cantonale saranno in grado di lanciare verso l’esterno in materia di apertura verso le opportunità del FinTech. L’esempio di Chiasso mostra che la percezione di tali azioni raggiunge rapidamente l’altra parte del globo”. Dunque, nessun rischio, anche se per molti i bitcoin sono un metodo per ciciclare.