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30.06.2018 - 09:580
Aggiornamento: 11:17

"I tagli porteranno a ulteriori pressioni sui lavoratori, che già denunciano un aumentato carico. Ma RSI, devi aspettare per la riorganizzazione…"

Interviene il Sindacato Svizzero dei Mass media, "qualunque sia il quadro giuridico, non si può dare avvio alle misure di risparmio prima di una consultazione col personale. La non rioccupazione di posti vacanti potrebbe essere una forma di licenziamento collettivo mascherato"

COMANO – Misure di risparmio annunciate poco prima delle vacanze estive, quando si era promesso di lasciar trascorrere l’estate in serenità ai collaboratori. Ma non solo quello: il Sindacato svizzero dei mass media  è preoccupato che “la non rioccupazione dei posti vacanti potrebbe essere una forma di licenziamento collettivo mascherato”, per quanto concerne RSI e SSR.

"Qualunque sia il quadro giuridico (Codice delle Obbligazioni Art. 335f o CCL), il personale ha diritto ad una consultazione prima della messa in atto di un piano di economia alla SSR. Tale consultazione ha il preciso scopo di elaborare alternative per preservare l'impiego e le condizioni di lavoro, a vantaggio non solo dei dipendenti, ma anche dell’economia cantonale. La SSR deve perciò frenare le riorganizzazioni interne fino all'esito di tale consultazione. Infatti nessuno può sapere quale ne sarà il risultato, e sarebbe assurdo fare il lavoro due volte a spese del pubblico. Deve anche astenersi dal procedere a licenziamenti isolati e/o a tagli di personale esterno non contabilizzati in un eventuale licenziamento collettivo”, ammonisce.

I tagli, 250 in tutta la Svizzera, si aggiungono ai 250 di un paio d’anni fa. “L'SSM è preoccupato poiché questa ulteriore diminuzione degli effettivi avrà come conseguenza –rimanendo immutata l’offerta di programmi– un amento della pressione sul personale. Già oggi molti collaboratori e collaboratrici denunciano un carico di lavoro sempre più elevato. In futuro la situazione non potrà che peggiorare, a scapito della qualità del prodotto e della salute dei collaboratori/trici”, si legge, un po’ la stessa preoccupazione di syndicom, che parlava già di clima deteriorato.

“Veglierà a che il personale impiegato dalla RSI tramite ditte esterne (circa 100 persone che non beneficiano di un contratto collettivo di lavoro) non venga ingiustamente penalizzato da licenziamenti o riduzioni di tempo di lavoro senza un equo riconoscimento. Si tratta infatti di colleghi a tutti gli effetti, già oggi discriminati da condizioni di lavoro precarie”, prosegue la nota.


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