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Sanità
22.08.2019 - 15:490

Il settore socio-sanitario soffre. "Vertici autoritari, clima negativo, mancate sostituizioni, turni inadeguati, CCL non firmati..."

VPOD denuncia la situazione degli operatori del settore. "Se si lamentano si sentono dire 'o ti va bene così o puoi andartene'. Chi non sottoscrive il CCL evidenemente ha qualcosa da nascondere"

BELLINZONA – Il settore sanitario soffre, o almeno, chi vi lavora non è in una situazione facile. Lo afferma in un’allarmata nota Michela Pedersini, presidente Sindacato VPOD Ticino. 

“Da un lato i manager e i politici conservatori cercano di fare in modo che le strutture sociosanitarie producano sempre di più senza aumentare la dotazione di personale. Dall’altro lato l’opinione pubblica esige, giustamente, qualità e si preoccupa per i casi di malasanità. Nel mezzo le strutture sociosanitarie si orientano talora verso sistemi aziendali verticistici, che al personale sociosanitario dicono in sostanza: “O ti va bene così, o puoi andartene!”, scrive.

Ma quali sono le problematiche maggiori? Cita clima di lavoro negativo nei reparti, mancate sostituzioni di malattie e infortuni, turnistica inadeguata, pecche nelle attrezzature e locali di lavoro, mansionari non rispettati, assenza di supervisione, di condivisione e di supporto. Compito del sindacato, spiega, è discuterli con le direzioni.

E non sempre è possibile farlo: “Ovviamente in presenza di direzioni autoritarie è impossibile discutere e prima o poi si arriva allo scontro o all’atto parlamentare di denuncia” (sono diversi i casi recenti, pensiamo al Santa Filomena, casa anziani di Stabio).

Non da trascurare la questione CCL. Scrive Perdersini: “oltre a garantire condizioni salariali e normative di base uguali per tutti, garantiscono l’esistenza delle commissioni del personale e dei diritti di partecipazione. Ci sono varie strutture sociosanitarie finanziate dal Cantone e dai comuni che non firmano i contratti collettivi di lavoro, perché non vogliono che il personale si rivolga al Sindacato. Evidentemente hanno qualcosa da nascondere e/o fanno dumping!”.

Malgrado il Parlamento abbia votato e approvato il Prima i nostri nel settore sanitario, non solo in quello pubblico ma in qualsiasi struttura riceva contributi pubblici. Adesso ci si dovrà esprimere su un messaggio che “vuole creare uno standard lavorativo unico per gli enti sociosanitari beneficiari di un contratto di prestazione con il Cantone”. Per la sindacalista, non bisogna comunque trascurare anche il diritto di rappresentanza (sindacale) dei dipendenti.

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