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Cronaca
06.07.2016 - 12:090
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

«Non ci sono profili ticinesi? Non è vero, sono i salari ad essere troppo bassi»

I Verdi, dopo i dati SECO, ed anche una risposta ad un'interrogazione, chiedono "salari dignitosi". «La differenza salariale è ormai del 25% fra frontalieri e residenti!»

BELLINZONA - I Verdi tornano a chiedere salari dignitosi. Sono di ieri le cifre pubblicate dalla SECO, il partito ecologista ha anche ricevuto la risposta del Consiglio di Stato a un'interrogazione di Michela Delcò Petralli sulla situazione del lavoro. Il Governo ha spiegato come le persone occupate siano aumentate del 15%, ovvero 30'800 unità tra il 2008 e il 2015. Di queste, però, solo 6'600 sono svizzeri e 24'200 stranieri, fra cui 19 mila frontalieri. Fra i lavoratori, solo il 51% è svizzero, mentre gli stranieri si attestano al 49%. I Verdi manifestano dunque preoccupazione. «Continua a crescere il divario salariale fra residenti e frontalieri: ormai lo scarto è del 25,8% in Ticino, il doppio rispetto alla regione dell’Altopiano e oltre il triplo o il quadruplo rispetto all’arco Lemanico e alla Svizzera orientale. Non solo siamo il cantone con la percentuale più elevata di lavoratori d’oltreconfine rispetto agli occupati, ma siamo anche quello dove tale percentuale è cresciuta di più: fra il 2008 e il 2013 l’aumento è stato del 23%», scrivono. E i dati, ma soprattutto l'interpretazione forniti dalla SECO, non sono piaciuti. «Con il suo abituale ottimismo la SECO afferma che queste cifre "confermano che l’applicazione delle misure di accompagnamento riveste un’importanza particolare nelle regioni dove l’occupazione frontaliera è elevata". In realtà confermano l’esatto contrario: il primo Contratto normale di lavoro in Ticino è stato decretato nel 2006 e ne sono seguiti altri 15 (uno è stato abrogato), ma resta il fatto che la differenza salariale aumenta. I salari minimi previsti dai CNL sono talmente bassi da non riuscire a fermare l’inarrestabile pressione verso il basso delle retribuzioni. La nostra iniziativa "Salviamo il lavoro in Ticino" che chiede l’introduzione di salari minimi dignitosi per settore e qualifiche è stata accettata in votazione popolare da quasi il 55% dei cittadini, ma ancora non c’è una legge di applicazione». I salari scendono, «stanno calando in molti settori, non solo quelli con manodopera poco qualificata o con una forte percentuale di frontalieri. Nel settore dell’informatica addirittura sono scesi di 1'640 franchi fra il 2008 e il 2014». «Le tante belle dichiarazioni su profili professionali inesistenti in Ticino e lavori che i residenti non vogliono fare si scontrano con la realtà dei fatti: i salari offerti non permettono di vivere in Ticino, e solo i frontalieri possono candidarsi per ricevere simili retribuzioni. Se questa tendenza al ribasso della condizioni lavorative e dei salari dovesse continuare, saranno sempre più numerosi i residenti esclusi dal mondo del lavoro e quelli obbligati a ricorrere agli aiuti sociali per arrivare a fine mese anche se hanno un impiego», attaccano i Verdi, secondo cui «per bloccare il degrado del mondo del lavoro non bastano le dichiarazioni di intenti o le campagne di sensibilizzazione delle aziende, dobbiamo agire e subito e garantire salari dignitosi a chi vive e lavorano in Ticino. Ma dignitosi davvero!».
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