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07.05.2019 - 09:000

Gli "Angeli e Demoni" di Maxi B. "Parlo di un amore viscerale, quasi carnale. Lo cerco? Perennemente"

È uscito il nuovo singolo del cantante e speaker radiofonico. "Con la collaborazione di Mr Paul, ho voluto anche inserire un sound nuovo. La passionalità non è intesa solo nell'amore, anche nell'amicizia, nel lavoro. E 'le città senza Dio' sono..."

MELIDE – L’amore inteso in modo diverso, più passionale e carnale, il coraggio di mostrare anche un lato di sé un po’ inedito, che assieme ad un sound diverso dà una svolta che a primo impatto i fans stanno apprezzando. Maxi B torna con un nuovo singolo, assieme a Noe e con la base di Mr Paul, dal titolo Angeli e Demoni.

Ce lo ha presentato. “Questa volta non è una canzone scritta con un viso in mente, però è una storia che mi piacerebbe vivere. Vorrei questo amore molto viscerale, quasi carnale, anche forse irrazionale. Si hanno sempre troppi freni, ho notato, in realtà ci si ferma ma i desideri sono altri. Qui è al primo posto, assieme comunque ai sentimenti, che sono legati alla passione: parliamo sia di sesso che di vita in generale. Mi piaceva il tema dell’incontro-scontro, che è in ogni caso positivo”, ci racconta.

Come mai in questo momento ti è venuto voglia di rappresentare questo amore diverso?

“È un mio lato che c’è sempre stato, una passionalità che nelle canzoni un po’ per pudore e un po’ per altri fattori non ho mai inserito. Perché non lanciarmi in una tematica e in una visione nuova dell’amore, mi sono detto? Mi hanno chiesto se è un nuovo modo di affrontare le cose: no, non lo è, è l’esporre un’altra parte di me, che chi mi conosce sa, era bello buttarla fuori”.

L’essere apprezzato e amato anche come speaker forse ti aiuta a mostrarti senza pudore con lati diversi di te, è possibile?

“Esatto, è questo. Quando hai sviscerato tanto di te capisci che ci sono dei lati che si deve cominciare a far conoscere: non tutti, ovviamente, questo comunque non era chissà che di particolare, era un modo di intendere l’amore, anche l’amicizia, in modo passionale, dando tutto e volendo tutto”.

Ora la domanda ci sta: hai già avuto una storia così? Magari la desideri?

“Sì, ne ho avute. E sono anche sempre alla ricerca di storie così. Se alla base ci sono i classici rispetto e sentimento è meglio, dato che tutto ciò che fai lo fai consapevole che puoi farlo, non che ne sei obbligato, ed è ciò a rendere il tutto bello. Io alla ricerca di una storia totale? Non in questo momento, sono in perenne ricerca di una storia così legata alla carne che diventa per forza vera, se ci sono il lato spirituale e uno carnale così forte se ci sono zone d’ombra scattano la scintilla, il litigio, perché c’è la passione. E questo mi piace”.

Si potrebbe riferire anche al lavoro? Una passione coinvolgente?

“Assolutamente sì. Non è solo dedicata all’amore in sé. Il lavoro che faccio è passione pura. Ci sono professionalità, allenamento, il capire dove migliorare, che cosa va già bene: ma qui si parla di sangue e carne, se un lavoro non ti piace non fai tutte quelle ore, non ti esponi in quel modo e non dai tutto in una simbiosi col pubblico”.

Parli di angeli e demoni, chi sono in amore gli angeli e chi i demoni?

“Le stesse persone con le loro sfaccettature diverse. È quello che vado cercando anche in me, il fatto di equilibrare il demone, inteso in senso positivo, e l’angelo. Esso fa parte dei sentimenti, dei buoni propositi, c’è però anche il demone, colui che vuole trasgredire, non adagiarsi sugli allori, non entrare nella routine, avere sempre qualcosa per cui il cuore ti batte un po’ più forte del normale. Come speaker radiofonico, presentatore, cantante quel brividino c’è ancora, anche dopo 15 anni. Quando esce un singolo sono sempre un po’ teso, un po’ in ansia. Se l’amore fosse così, tanta roba!”

Dunque c’è sempre il timore che il tuo lavoro possa non piacere? Non si riesce a far musica esprimendo sé stessi e cercando di non interessarsi del parere della gente?

“Ho imparato negli anni al 90% a buttare fuori me stesso. Una canzone così già tre anni fa non l’avrei fatta. Però scrivo non solo per me stesso bensì anche per il mio pubblico, per quello che mi conosce e per quello che vorrei mi conoscesse. Ti metti in gioco e speri che più persone possibili apprezzano quel che fai. Fregarsene al 100% sarebbe sbagliato, una mancanza di rispetto. Se parliamo di radio, esso è totale, e per me deve esserci anche quando si fa musica. Adesso so essere più libero e a descrivermi in modo più vero, meno artefatto, con meno orpelli. Se piaci a tutti non stai facendo bene, non c’è ardore. Quando ce n’è, qualcuno ne risentirà, non capirà, ma è corretto così”.

Nel testo si parla di “città senza Dio”, un riferimento spirituale?

“È molto spirituale. È andata nel ritornello perché girando molto e vedendo tanta gente noto questo lasciarsi andare, non avere punti di riferimento, quelli che io chiamo Dio ma che potrebbe essere qualsiasi cosa. Intendo l’avere un attaccamento spirituale, anche la famiglia, verso cui avere una fede. Infatti per la famiglia ne serve, bisogna lottare per essa, la si deve accettare nei propri difetti malgrado la si ami alla follia. Ci si lascia andare molto presto, si molla subito. Ho pensato che potesse non arrivare questa frase, potesse essere intesa solo in senso religioso: non è così”.

Ci parli di chi ha collaborato con te?

“Il featuring è di Noe, una giovane artista italiana che ha un po’ di Ticino in sé, dato che studia a Locarno. Per me è bello che ci sia questo legame. Con Mr Paul avevo sempre collaborato a livello di video, lui è un video maker. Un giorno è arrivato con un file con un bel po’ di basi musicali, che mi sono piaciute molto, da lì ho deciso di collaborare, usando un sound diverso che va a creare qualcosa di nuovo, un percorso diverso rispetto agli ultimi due singoli”.

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