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31.01.2022 - 12:170

Continua il braccio di ferro coi genitori no-mask. "Non danno i compiti ai figli. Non hanno diritto a seguire la scuola a distanza"

Diverse mamme segnalano come da qualche tempo i bambini che non vengono mandati a scuola perché le famiglie sono contrarie all'obbligo della mascherina non ricevano il materiale. Sisini: "Non è compito dei docenti". E l'Arp...

BELLINZONA - "Non danno i compiti ai nostri figli!". L'urlo delle mamme cosiddette ribelli, quelle che scendono in piazza contro l'obbligo della mascherina per i bambini a scuola e non li mandano a lezione, si leva forte. Parte da La Regione e trova conferma nelle persone che TicinoLibero ha interpellato in questi giorni per seguire la vicenda (clicca qui per leggere della manifestazione di ieri e clicca qui per un reportage sull'argomento). 

Il racconto di una mamma: "Vogliono segnalarci all'Arp"

Le Direzioni scolastiche, stando al quotidiano bellinzonese, avrebbero emanato un divieto di consegnare i compiti da svolgere a casa a chi non frequenta le lezioni perché contrario all'uso della mascherina, che, lo ricordiamo, è obbligatoria. "Dopo aver chiesto se accettavano i miei figli anche senza mascherina (richiesta respinta) abbiamo domandato che almeno ci venisse dato il materiale didattico (compiti o schede) con cui supplire a casa all’assenza dall’aula. Ci è stato risposto che “per disposizioni dall’alto non lo possiamo più fare”, ha raccontato una donna. "Abbiamo chiaramente espresso l’intenzione di accompagnarli al meglio nel percorso scolastico, per il momento da casa, vista la situazione straordinaria. Abbiamo gli strumenti per farlo ed è assurdo che intenzionalmente non ci si fornisca il materiale didattico".

E ha parlato anche di "una lettera raccomandata arrivata a domicilio preannunciando sanzioni per assenza arbitraria, nonché una segnalazione alle Autorità regionali di protezione (Arp)".

"Sì, è vero. I bambini tenuti a casa per la questione mascherina non hanno diritto a seguire la scuola a distanza"

Abbiamo contattato un paio di altre mamme presenti alla manifestazione di ieri, che sono tra l'altro tra le autrici delle lettere che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi, in parte lette anche in piazza (nomi noti alla redazione). Veramente non ricevono i compiti per i figli? 

"Sì, avviene già da un paio di settimane", ci ha confermato la prima. "Ma non si molla. Ormai con le lettere è botta e risposta. Vanno avanti a minacce". La convinzione è sempre però la stessa, quella che portare le mascherine sempre porti a danni.

Un'altra donna si è allineata: "Mi chiede se hanno interrotto la consegna del materiale didattico? Lo confermo. Hanno espressamente detto, anche nel Bellinzonese dove viviamo noi, che i bambini tenuti a casa dichiaratamente per la questione della mascherina non hanno diritto a ricevere i compiti da fare a casa. In pratica non hanno il diritto di seguire la scuola a distanza".

Sisini: "Non è compito dei docenti dare materiale a chi è a casa senza giustificazioni valide"

La Regione ha interpellato in merito Rezio Sisini, caposezione Scuole comunali. "Non è compito dei docenti fornire materiale didattico ai bambini purtroppo tenuti volutamente a casa dai genitori senza giustificazione valida, in contravvenzione con quanto prevede la Legge della scuola", ha spiegato, sottolineando come "la nostra indicazione è che i docenti di scuola comunale si debbano concentrare sui bambini presenti in aula e su quelli costretti a casa per motivi medici comprovati dall’Ufficio del medico cantonale, dunque con assenze giustificate da scuola".

I casi di bambini che non frequentano perché i genitori non vogliono che portino la mascherina sono pochi, solo una ventina. Ma le conseguenze, dove non arriva il dialogo, potrebbero essere gravi. Ancora Sisini: "In caso di inadempienza dei genitori i Municipi sono tenuti a intervenire, che in caso di inerzia o di inefficacia dei provvedimenti essi possono infliggere multe fino a 1’000 franchi e che nel caso di persistenza del rifiuto la situazione va segnalata alle Autorità di protezione (art. 54). La scuola difende il diritto all’istruzione e tutela i bambini affinché possano usufruire di condizioni adeguate e uguali per tutti. Anche per questo le istituzioni sono tenute a far rispettare la Legge e, se la situazione lo esige, a prendere misure a favore dei bambini i cui genitori impediscono loro di frequentare la scuola dell’obbligo". 

 

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